(Id.1983)
Regia Joe D'Amato
Cast Al Cliver, Laura Gemser, George Eastman
Il titolo tenta di riallacciarsi
in qualche modo alla trilogia post-atomica bronxiana di Castellari di cui, in
quell'anno, usciva "Fuga dal Bronx", forse il titolo più di successo
della triade. Probabilmente per cavalcare l'onda del successo ottenuto da Castellari,
Joe D'amato ha confezionato in tutta fretta questa pellicola che, nella
sostanza però, non lega affatto alle avventure di Trash, proponendoci, invece
un nuovo antieroe italico interpretato da Al Cliver con il nome di Shannon.
Caratterizzato da una non espressività continua da duro con il cuore d'oro,
Shannon è un giocatore di Endgame, gara televisiva di ammazzamenti a colpi di
karate, asce barbariche e fucili a canne mozze, il tutto ambientato in un
futuro post-atomico un po maccheronico, fatto di industrie e capannoni dismessi
nella prima parte dove cunicoli oppressivi e cantine buie ospitano mutanti
telepati e barboni cannibali, tutti perseguitati da una polizia militare che
indossa divise da SS (con tanto di iniziali sull'elmetto) e maschere antigas della
seconda guerra mondiale.
La seconda parte del film invece
vede Shannon impegnato a liberare dei mutanti capitanati da una Laura Gemser
insolitamente coperta fino ai capelli (ma ci regalerà la vista di un seno nella
scena dello stupro da parte di un mostro) all'interno di un'ambientazione
desertica in stile Mad Max dove il nostro eroe comanda un improbabile stuolo di
barbari tra cui spicca Mario Pedone (il Franchino ascella pezzata di
"Fantozzi Subisce ancora") vestito come un Re Artù dei poveri che mena
cazzotti sulla testa come Bud Spencer. Il gruppo dovrà affrontare mutanti con
le branchie sulla faccia o il muso di scimmia, barbari in motocicletta e monaci
cecati, armati di scimitarre e accette. Tra sparatorie, scazzottamenti ed
esplosioni il film scivola stancamente verso un finale telefonato che vede lo
scontro con Kamak, nemico giurato di Shannon, interpretato da un cupissimo
George Eastman.
Nel cast anche un ridicolo Gordon Mitchell nella parte di un
generale che, ad un certo punto se ne becca tante da far sbellicare dalle
risate. L'impianto generale del film sguazza tra trash e povertà generalizzata,
ma le scene action non sono poi così male e qualche duello appare anche
avvincente. D'amato gioca bene con i generi, mescolando sapientemente "Giochi
di Morte", "Rollerball", "Interceptor" e "Fuga da
New York". Certo però che, bisogna proprio dirlo, Castellari in queste
cose è di un'altra categoria.
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