giovedì 2 marzo 2023

LE PORNO DETENUTE


(Presídio de Mulheres Violentadas, 1977) 

Regia Luiz Castellini e Antonio Polo Galante 

Cast Esmeralda Barros, Hugo Bidet, Shirley Steck 

Parla di “carcerate in camiciona e infradito che passano il tempo ad amoreggiare mentre ai vertici si trama alle loro spalle” 

Esmeralda Barros, sia a livello fisico che professionale, si potrebbe a tutti gli effetti considerare la Tura Satana brasiliana, purtroppo a livello di fama postuma (l’attrice è morta nel 2019 a 74 anni) non si può dire lo stesso, mancando nel suo curriculum un vero e proprio titolo di punta ma solo tanti B-Movie che spaziavano dall’horror al western, girati sia in Brasile che in Italia dove si trasferì nel 1966 fino 1977 quando, evidentemente delusa nelle sue aspettative sul bel paese, tornò raminga in Brasile per girare questo squallido W.I.P. diretto in tandem da due specialisti dell’erotico carioca come Luiz Castellini e Antonio Polo Galante.  Arricchito con l’aggiunta di scenette semi pornografiche visibilmente scollegate dal resto della pellicola, questo Presídio de Mulheres Violentadas narra le disavventure di due carcerate: Isidora (Eudósia Acuña) arrestata per spaccio nonostante sia incinta, e Maria (Shirley Steck) che si è fatta prendere a calci di pistola in faccia dal suo compare durante una rapina finita in omicidio. 

Le due vengono portate nel carcere di massima sicurezza detto “Il paradiso” dove la direttrice mette subito gli occhi su Maria e ordina alla prigioniera Nadir (Esmeralda Barros) di vegliare su di lei. Ovviamente Nadir prende in parola la direttrice e si assiste ad un improbabile rapporto saffico tra due controfigure fisicamente lontane mille miglia delle due protagoniste, il tutto mentre una terza detenuta assiste al rapporto scarrellando un bicchiere di latta sulle sbarre. Il resto del film prosegue su questo tono, snocciolando una congiura tra la sovrintendente e il medico del carcere interpretato da Hugo Bidet (un nome che è tutto un programma). Da segnalare tra le scene più imbarazzanti, quella in cui Maria e Nadir sono legate al palo, a gelare nel freddo notturno finchè Nadir si eccita e, non si sa come, sfila le catene e si butta su Maria, nonostante la temperatura sia sotto zero, le due si spogliano e amoreggiano. 

Nel film poi subentra anche un ispettore che sembra uscito da un poliziottesco di bassa lega, un politico disilluso, una carcerata psicopatica che scopre il piacere dell’omicidio e tante amenità del genere più o meno confuse. Il finale verte al massacro, indotto dalla ribellione delle carcerate che prendono a mazzate guardie e recluse senza distinzione, finchè ovviamente arriva la guardia nazionale a rimettere tutte in riga mentre il fotofinish finale le vede impegnate ad alzare la gamba destra per avviarsi verso il loro destino a passo d’oca. La cosa divertente di questi WIP (Women In Prison per chi si fosse collegato adesso) è che le detenute hanno sempre la stessa divisa, rigorosamente composta da una camiciona azzurra e infradito, praticamente un abbigliamento da post spiaggia caraibica. 

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