mercoledì 2 marzo 2022

DEMENTED DEATH FARM MASSACRE: THE MOVIE

 (1971) 

Regia Donn Davison, Fred Olen Ray 

Cast John Carradine, George Ellis, Ashley Brooks 

Genere: Crime, Drammatico, Demenziale 

Parla di “Ladri di gioielli si nascondono nella fattoria di un distillatore clandestino con l’ossessione religiosa ma la situazione degenera” 

Come capitava spesso in ambito exploitation, i film si compravano, si rimontavano e si reintitolavano per essere venduti sul mercato cinematografico con un appeal differente. Lo faceva Al Adamson (come dimenticare il suo storico rimontaggio di una pellicola filippina per il film “7 per l’infinito contro i mostri spaziali”?) e lo ha fatto Fred Olen Ray con questo oscuro filmetto di serie Zeta diretto da Donn Davison. Acquistato con il titolo Shantytown Honeymoon, questo thriller agreste senza grandi speranze di sopravvivere nel mare magnum del cinema, venne rimontato con scene aggiuntive dove un John Carradine, ormai imbolsito, legge senza neanche tentare di nasconderlo, un copione davanti alla macchina da presa, nei panni del giudice dell’inferno. Voce ormai rotta dall’età avanzata, sguardo spento, la stella cadente del cinema western hollywoodiano recita senza convinzione un pippotto moralista introduttivo e fa capolino a spot, lungo lo svolgimento narrativo, tanto per giustificare il suo nome al primo posto nel cast, altrimenti sconosciuto, del film. 

Non contento di questa aggiunta, Fred Olen Ray cambia anche il titolo nel più incisivo ed assolutamente fuorviante “Demented Death Farm Massacre” e incarica la Troma di distribuirlo nel suo catalogo. Con queste premesse, Demented Death Farm Massacre (con l’incomprensibile aggiunta finale The Movie) lascia intendere risvolti horror-trash dei quali non si trova assolutamente traccia. La trama infatti vede un vecchio rimbambito di nome Horlon B. Craven (l’attore George Ellis) con l’ossessione religiosa, che gira per le fattorie vicine insieme al suo aiutante, lo stolto Tobe (R. Kenneth Wade), vendendo alcool distillato clandestinamente. Nel frattempo quattro ladri di gioielli, due uomini e due donne, fuggono con una Jeep dopo una rapina ma un guasto li obbliga a cercare rifugio proprio nella fattoria di Horlon, dove la giovane e sexy mogliettina Reba Sue (Ashley Brooks) si sta dedicando alle faccende di casa in assenza del marito. 

Grazie al savoir faire del capo banda Philip (Jim Peck), i criminali trovano ospitalità e il buzzurro e violento Kirk (Michael Battlesmith) trova anche l’occasione per farsi una sveltina con Reba Sue scatenando le ire gelose della fidanzata Karen. Nell’inevitabile scontro tra le due donzelle, Reba Sue uccide Karen a colpi di caraffa, da lì in poi si scatena l’inferno. Tornato a casa con la Jeep dei ladri rinvenuta nel bosco, Horlon viene ricattato dai criminali che vogliono sfruttare il suo commercio di Whisky illegale per arricchirsi durante la fuga ma il vecchio non ci sta e uccide Kirk con un forcone. Da qui in poi assistiamo all’inseguimento più lento della storia del cinema che risulta più efficace del Valium. Il film, del resto, è tutto qui, non ci sono contadini psicopatici assassini, non c’è splatter, non ci sono tettone in vista né altri elementi di interesse, resta solo un titolo assurdo e un bel manifesto che lascia intendere cose che lo spettatore non vedrà mai.

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