(1980)
Regia Charles Kaufman
Cast: Nancy Hendrickson, Frederick Coffin, Beatrice Pons
Genere: Commedia, Horror, Slasher
Parla di: “Vecchina con figli maniaci tortura e violenta trio di campeggiatrici solitarie”
Chi dice che lavorare con i parenti non produce nulla di buono dovrebbe ricredersi guardando questo slasher prodotto dalla Troma di Lloyd Kaufman e Michael Herz e diretto dal fratello di Lloyd, Charles Kaufman. Una pellicola che, seppur nei suoi limiti al confine con il Trash più gretto e sporco, tipico dei prodotti della Casa di produzione di Long Island, ha dalla sua parte un non trascurabile merito: Funziona! Almeno dal punto di vista narrativo, con una scrittura semplice ma ben orchestrata che riesce, nella povertà di mezzi più che evidente, a creare quella giusta tensione necessaria ad un film del genere. Pur oscillando tra commedia, horror e Thriller, nei suoi debiti rimandi allo stravisto copione della famiglia rurale assassina, Mother’s day riesce a generare tensione, soprattutto nella seconda parte relativa alla fuga e sopravvivenza delle vittime nei boschi. Il soggetto è molto semplice, anche troppo, c’è questa dolce vecchina dagli enormi denti giallastri e un collare medico stretto in gola, che si fa dare un passaggio da una coppietta, giunti nei boschi, escono dai cespugli due pazzi mascherati che decapitano il ragazzo e massacrano di pugni la ragazza.
Regia Charles Kaufman
Cast: Nancy Hendrickson, Frederick Coffin, Beatrice Pons
Genere: Commedia, Horror, Slasher
Parla di: “Vecchina con figli maniaci tortura e violenta trio di campeggiatrici solitarie”
Chi dice che lavorare con i parenti non produce nulla di buono dovrebbe ricredersi guardando questo slasher prodotto dalla Troma di Lloyd Kaufman e Michael Herz e diretto dal fratello di Lloyd, Charles Kaufman. Una pellicola che, seppur nei suoi limiti al confine con il Trash più gretto e sporco, tipico dei prodotti della Casa di produzione di Long Island, ha dalla sua parte un non trascurabile merito: Funziona! Almeno dal punto di vista narrativo, con una scrittura semplice ma ben orchestrata che riesce, nella povertà di mezzi più che evidente, a creare quella giusta tensione necessaria ad un film del genere. Pur oscillando tra commedia, horror e Thriller, nei suoi debiti rimandi allo stravisto copione della famiglia rurale assassina, Mother’s day riesce a generare tensione, soprattutto nella seconda parte relativa alla fuga e sopravvivenza delle vittime nei boschi. Il soggetto è molto semplice, anche troppo, c’è questa dolce vecchina dagli enormi denti giallastri e un collare medico stretto in gola, che si fa dare un passaggio da una coppietta, giunti nei boschi, escono dai cespugli due pazzi mascherati che decapitano il ragazzo e massacrano di pugni la ragazza.
Ma c’è di più, i due killer sono figli della vecchina. Da questo incipit ci si sposta alle vicende di tre ragazze che organizzano una scampagnata nei boschi e, come prevedibile, finiranno nelle vicinanze della baracca abitata dalla madre e dai due figli maniaci, Ike (Frederick Coffin) anche lui dotato di una dentatura oscena, al limite del ridicolo e Addley (Michael McCleery) che indossa una maschera somigliante ad una busta di carta (che richiama una delle prime apparizioni di Jason Voorhes in Friday The 13th part 2). Le tre ragazze verranno catturate come selvaggina nei loro sacchi a pelo e dovranno subire violenze di ogni genere, stupri e torture prima di trovare la via di fuga, complice anche l’evidente stupidità dei due fratelli maniaci e lo strabordante ego della madre (Beatrice Pons) che richiede continue attenzioni.
Ambientazioni rurali immerse nella confusione e nello sporco più totale rendono molto efficace l’impianto narrativo, la recitazione non brilla per intensità espressiva anche se, nel finale, assistiamo ad una performance notevole da parte della protagonista Nancy Hendrickson che ci regala l’omicidio più intenso di tutta la pellicola. Peccato che l’Unhappy Ending troppo pretestuoso che occupa la sequenza finale sia assolutamente inutile oltre che incomprensibile, il cui unico contributo, nell’opera, sta esclusivamente nel ricordarci che siamo di fronte ad un film della Troma.
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