venerdì 7 giugno 2019

SBIRULINO

(1982)

Regia Flavio Mogherini
Cast: Sandra Mondaini, Gianni Agus, Sergio Leonardi

Storica coppia televisiva per eccellenza, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini sono stati un po gli Stanlio e Ollio italiani , incarnando nel contempo anche la parodia della classica coppia di sposi con tutte le gioie (poche, pochissime) e i (molteplici) dolori. Eppure, nel loro percorso storico hanno dato sempre quest’immagine di affiatamento invidiabile, motivato soprattutto da una certa libertà espressiva che la coppia concedeva l’un l’altro sin dal 1958, anno in cui si sono incontrati. Guardando la loro filmografia, risulta impressionante come, prima di essere inglobati dal mondo della televisione, la coppia fosse attivissima dagli anni ’40 e ’50 nel mondo della celluloide, soprattutto in commedie e musicarelli, salvo poi cancellare la loro presenza nel cinema a partire dalla fine degli anni sessanta. Praticamente per 12/13 anni la loro carriera cinematografica si è totalmente azzerata, salvo poi ricomparire per una volta nel 1982 con questo “Sbirulino” sorta di personalitexploitation incentrato sul pagliaccetto pazzerello e un po fanciullesco inventato e interpretato da Sandra Mondaini nel 1978, che conobbe il suo apice proprio nell’anno di uscita di questo film. 

Ma nonostante il successo televisivo di programmi come “Il circo di Sbirulino” e “Fantastico Bis”, pochi ricordano l’esistenza di questa pellicola, scritta e prodotta da Raimondo a uso e consumo esclusivo della moglie Sandra. Il motivo è presto detto, se il personaggio demenziale di Sbirulino funzionava sul piccolo schermo, con pochi minuti di gag alla volta, con una trama di un’ora e mezza degenera inevitabilmente verso il trash e il bizarro. La storia è ambientata nel paesino di Sottoilcielo, un borgo appollaiato sulle montagne che sembra la Gagliano immaginaria di Carlo Levi in Cristo si è fermato a Eboli, qui il piccolo Clown vive spensierato in una casetta, in compagnia di un cavallo che chiama ostinatamente Tagallo, trema appena vede una gallina nera e passa le serate a giocare a carte in compagnia di villici abbruttiti da vino e puzzolenti sigari. Un bel giorno il prete del paese lo informa di una ricca eredità che deve spartire con i suoi cuginetti che vivono in un circo a Roma. Il pagliaccio inizia quindi un viaggio iniziatico verso la capitale, sul treno incontra un borioso imprenditore (Gianni Agus) che dovrà sciropparselo suo malgrado anche nell’albergo in cui alloggerà a Roma. 

Seppur non privo di gag divertenti, il film è permeato da un’aura bizzarra e grottesca, alimentata dalla grossolanità delle battute umorali e dalla sensazione di povertà che ne attanaglia l’insieme, tra ladri imbranati, inseguimenti automobilistici ridicoli e stronzate varie si raggiunge lo zenith del bizzarro in una delle sequenze finali dove il nostro strano Clown incontra la terribile gallina nera che in realtà lo vuole aiutare ingigantendosi e trasportandolo con le sue zampe di cartongesso fino al suo paese natale. La scena ricorda molto Il Mostro dei Cieli e il suo ridicolo uccellone protagonista, ma dubito che sia una specie di omaggio al cinema di Fred F. Sears. Dirige Flavio Mogherini, mestierante di buone capacità di cui ricordiamo l’excursus pozzettiano Per Amare Ofelia ma soprattutto l’ottimo thriller con Dalida di Lazzaro La ragazza con il pigiama giallo.

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