Regia Roberto Mauri
Cast Carmen Russo, Cintia Lodetti, Vassili Karis
Certo che il cinema di genere
italiano presentava una concezione tutta particolare riguardo a temi di
contestazione sociale che imperversavano negli anni settanta, in particolare verso la
fine del decennio, quando Roberto Mauri, regista smaccatamente di genere,
concluse indegnamente la sua onorata carriera di regista realizzando questa
ciofecona che mescola soft core con elementi da crime-movie decisamente
dozzinali. In particolare il tema qui affrontato (va bè abbozzato, dai!) è
quello dell'emancipazione della donna, soprattutto in una specifica scena dove
due amabili maschioni da spiaggia, uno con i baffetti da sparviero e osceni
calzettoni bianchi, l'altro in slippini rossi e la faccia da tossico,
dissertano amabilmente sul ruolo della donna nella società, asserendo che la
donna è "buona solo per andare a letto" e roba del genere.
Questo
edificante dialogo si compie davanti alle due prosperose protagoniste della
pellicola, le quali non gradiscono decisamente la discussione e difatti li
menano a calci e pugni, salvo concludere il tutto con una sana trombata nei
cespugli. Figlie bastarde di Tura Satana, Carmen Russo e Cintia Lodetti,
formano una coppia dalle meyeriane premesse, due prorompenti virago che
gestiscono una proficua attività di killeraggio a pagamento, talmente proficua
da permettergli di passare tre giorni nel completo scazzo per le vie di Roma,
aspettando che la vittima designata ritorni al suo castello, dopo un viaggio
d'affari. Incaricate da un'incazzatissima beghina teutonica con gli occhi di
ghiaccio (come ci fa gentilmente notare una particolare zoomata al dettaglio)
di accoppare un marsigliese, le due se la spassano invece tra calde docce
saffiche, rimorchiate sulla spiaggia e gesti di insolita giustizia urbana
inseguendo rapinatori e papponi (che però sono sempre gli stessi due sfigati) e
mazziandoli a colpi di un improbabile kung-fu topless.

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