Regia George Blair
Cast Jacques Bergerac, Merry Anders, Marcia Henderson
Questo film si può considerare a
tutti gli effetti un elegante compendio
del cinema exploitation, con una realizzazione più che dignitosa, un'ottima
fotografia da cinema noir in bianco e nero ma un tema trattato molto
esploitativo e banale quale il tema
dell'ipnotista assassino. Il regista George Blair si dimostra molto attento a
ricercare inquadrature ardite, sin dalle prime immagini, dove lo vediamo
inquadrare, nientemeno che dall'interno dei fornelli accesi di una cucina a gas,
una graziosa biondina intenta a spalmarsi una soluzione infiammabile sui
capelli e darsi fuoco all'improvviso. Sulla scena del delitto arriva il
detective Dave Kennedy che si china
sulla ragazza tutta fasciata e dopo averla ascoltata bofonchiare qualche
rantolo, dice al medico che la ragazza sta bene. Tempo zero e quella muore! Ma
che razza di gufo! Nella sequenza successiva il poliziotto parla con uno
psicologo intento a tirare freccette contro la foto di Freud, il quale sospetta che la ragazza sia stata
ipnotizzata.
Cosa c'è di meglio quindi che gustarsi lo spettacolino
dell'ipnotista Desmond? Interpretato dall' attore francese Jacques Bergerac
(che qualcuno ricorderà nella serie televisiva di Batman nel personaggio di
French Freddy) che difatti ha una pronuncia inglese che grida vendetta per
tutto il film, l'ipnotizzatore muove uno spettacolo un pò bizzarro dove gli
spettatori invitati sul palco fanno strane facce, girano indietro gli occhi e
simulano malamente freddo e caldo a comando. Finito con questi, Desmond cerca
nuovi volontari tra il pubblico per alzata di mano, e c'è una che, in platea,
tiene disperatamente la mano alzata (anche se sembra più un saluto romano) e
nessuno se la caga. Desmond ne ipnotizza un'altra irrigidendola tutta come un
baccalà. Finito lo spettacolo però, c'è il colpo di scena, la ragazza torna a
casa e si lava la faccia con l'acido (anche qui Blair inquadra la scena
dall'interno del lavandino...ma che genio!!!). Peccato che questa volta la
donna sopravviva e sia pure amica del Detective, il quale inizia subito ad
indagare mandando la sua fidanzata Marcia a fare da esca per il successivo
spettacolo.
In questo caso però Desmond pare innamorarsi brutalmente della
ragazza e dopo averla ipnotizzata se la porta in un localino urfido dove c'è un
bizzarro poeta che recita poemi di mostri cinematografici a ritmo di jazz.
Tallonati dal poliziotto, Desmond e Marcia si infrattano a casa di lei dove
arriva anche Justine, la diabolica assistente di Desmond che vuole fare a
Marcia una doccia iperbollente. Dave interviene ed evita a Marcia quello che
invece è capitato a tutte le vittime di Desmond, orribilmente ustionate o
mutilate. A questo punto assistiamo per intero ad uno spettacolo di Desmond che
arriva addirittura a ipnotizzare il pubblico facendogli fare giochini scemi con
le mani, il tutto però dentro una serie di sequenze molto suggestive e
psichedeliche che vale la pena rivalutare all'interno di un crime movie
piuttosto dozzinale ma ben realizzato, in certi momenti anche abbastanza crudo
(vista l'epoca). Peccato che trama e situazioni si presentino in più momenti
bislacche e ridicole e il finale, con il pippone dichiarato contro i pericoli
dell'ipnosi la dica lunga sul contenuto altamente exploitation del film.
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