Regia Ishirô Honda
Cast Tadao Takashima, Nick Adams, Kumi Mizuno
Meglio conosciuto come
Frankenstein tai Baragon, questo film rappresenta una notevole presenza nel
panorama dei Kaiju Eiga, ovvero quella serie di film giapponesi dedicati agli
scontri tra mostri di gommapiuma che se la giocavano tutta per conquistarsi il
dominio del pianeta Terra. Padre colossale di questa ondata di mostri è il
mitico Gojira (ovvero Godzilla, di cui il regista Ishirô Honda è lo stesso
colpevole di questa ennesima variante) ma anche e sopratutto la causa madre di
tutte le mutazioni: La bomba atonica che devastò Hiroshima alla fine della
seconda guerra Mondiale. Ed è proprio dalla Grande Guerra che nasce tutto il
plot di questa pellicola, inizia con il dottor Frankenstein che sigillla in una
bara il cuore del suo mostro, portato via dai tedeschi e ceduto al centro di
ricerca di Hiroshima pochi istanti prima che la bomba devasti completamente la
città giapponese.
Ritroviamo quindi un medico americano (Nick Adams) che cura i
colpiti dalle radiazioni, aiutato dalla bella dott.ssa Sueko (Kumi Mizuno). I
due ben presto incontrano uno strano ragazzo con la fronte quadrata che si rivelerà
aver divorato il cuore di Frankenstein per trasformarsi nel celebre mostro che
Mary Shelley creò la notte che sappiamo. Ritengo che la moglie del celebre
poeta, divenuta celebre ancor essa con il romanzo più famoso di tutte le
epoche, si rivolterà nella tomba vedendo ingigantire senza alcun senso il suo
parto primordiale, e sopratutto inorridirà vederlo fare a botte con Baragon,
dinosauro (ma de che!!!) resuscitato dalle radiazioni, con il quale scatenerà
il classico duello finale con sfondo di bosco in fiamme e catarsi conclusiva in
cui, quando tutto sembra concludersi per il meglio e la creatura esulta
vittoriosa per la sconfitta del mostro, ecco che spunta fuori un polipone
gigante con cui il nostro mostruoso eroe intraprende un nuovo sfiancante
combattimento il cui esito sarà mortale per entrambi.
Questo film ha il pregio
di volerci far credere sul serio a tutto ciò che vediamo, alle deliranti
spiegazioni di rigenerazione cellulare del mostro di Frankenstein qui reso alla
stregua di un supereroe brutale (una specie di Hulk giapponese) dal cervello
animale ma dai sentimenti puri che lo rendono paladino salvatore della razza
umana. Talmente serio questo parto della Toho, che vale la pena tornare
adolescenti per goderselo in tutto il suo assurdo splendore, anche se sappiamo
tutti che dentro il mostro c'è un attore che balla.
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