(Girls for rent, 1974)
Regia Al Adamson
Se non sapete chi è Georgina
Spelvin vuol dire che vi siete persi quel capolavoro del cinema a luci rosse
dal titolo "The Devil in Miss Jones" di Gerard Damiano e me ne
dispiace assai. In ogni caso se volete avere solo una vaga idea di chi stiamo
parlando, basterà pensare alla prostituta che apriva la patta di George Gaynes
in una delle scene più esilaranti di "Scuola di Polizia". Certo, un
cameo di pochi minuti con l'ombra sbiadita di quella che fu una delle sexy
queen più rappresentative degli anni settanta, non basta a renderci conto del
potenziale erotico di Georgina, per cui, se proprio non volete andare a caccia
di filmini porno come dei vecchi bauscioni, mi sento di consigliarvi questo
ottimo exploitation diretto dal regista cult per eccellenza Al Adamson, autore
di perle incredibili come "Brain of Blood", "Satan's
Sadists" o "Horror of the Bloody Monsters". Conosciuto anche
come Girls for Rent, il film è un crime movie al femminile che inizia con un
gruppo di carcerate vestite solo con una vestaglietta grigia e a piedi scalzi,
mandate a fare lavori forzati nel deserto.
La scarsità di abiti indossati è
l'occasione per buttare qua e là qualche tetta fugace, poi c'è persino la lotta
nella polvere e la fuga di Georgina (che interpreta la criminale Sandra). La
pellicola prosegue con un intrigo politico di ricatti a opera di una sedicente
organizzazione di cui fa parte Sandra con la collega Killer Erica. La parte
migliore è una specie di road movie che si sviluppa nel secondo tempo con le due assassine a caccia di Donna, una
testimone scomoda che prima si fa fregare l'auto da una virago in calzettoni
bianchi e poi finisce nelle mani di un predicatore che vuole farla accoppiare
con il figlio ritardato.
Fortuna che alla fine incontra un baldo giovane che
l'aiuterà nella fuga dopo che le due assassine riescono a scovare la ragazza,
certo, ci si chiede vedendo l'inseguimento nel deserto come possa Georgina
correre tanto in fretta nelle strade sterrate con le ciabattine da salotto ma
non stiamo a sottilizzare. Il momento migliore vede Georgina sedurre il giovane
ritardato e prorompere in un rapporto sessuale che si conclude nel sangue, scena che dimostra che si può eccitare il
pubblico senza necessariamente mostrare tutto. Il finale poi ci sorprende con
un rocambolesco inseguimento in dune buggy in cui Adamson riesce scatenare
tutta la sua bravura di regista exploitation. Un drive in movie decisamente
cattivello, in cui i morti ammazzati si sprecano, si butta nel calderone un po
di nudità gratuite e sopratutto si scoprono le pentole perverse della grande
provincia americana.
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