(The Wizard of Mars, 1965)
Regia David L. Hewitt
Cast
John Carradine,
Roger Gentry,
Vic McGee
Esordio alla regia di David L.
Hewitt, tipico regista da economicissimi drive-in movie destinati al consumo
irresponsabile di massa, questo pastrocchio sci-fi è un tripudio al kitsch più
violento, neanche Andy Milligan o Roger Corman avrebbero potuto realizzare
qualcosa di così assolutamente "cheap", a partire dagli effetti
speciali, veramente bolsi e inconsistenti anche per l'epoca. Cosa strana, visto
che Hewitt si specializzerà in Visual Effects entrando persino nel team di
"Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi", blockbuster di successo che
tutti i cultori anni ottanta sicuramente ricorderanno. Horrors of the red
planet è anche conosciuto come " The Wizard of mars", titolo peraltro
più appropriato dal momento che di orrori, a parte il film stesso, non se ne
vedono proprio nella pellicola. Il film inizia con questa astronavina che si
muove fluttuando nello spazio e sembra appiccicata al fondale con i trasferelli
(ve li ricordate?), la "fanta" qui è poi talmente poco "scienza" che l'interno è tutto un
fiorire di potenziometri come quello che mio padre usava negli anni settanta
per verificare i contatti elettrici.
I 4 attori, in stupende tutine color
cacchina, hanno a disposizione i periscopi dell'U-BOOT 96 per vedere nello
spazio e siedono su comode sedie a sdraio incollate nella cabina. A un certo
punto i quattro, tre uomini e una rossa de cavei, si rompono i coglioni di
girate nello spazio e virano verso Marte, scoppia un temporale (nello
spaziooooo??? Ma dai!!!) tutto realizzato come i cartoni animati più scarsi che
si possano vedere nella storia del cinema. La grettezza degli effetti si denota
sopratutto dai particolari, quelli che ogni tanto l'astronave perde muovendosi
nel trasferello . Atterrati su Marte i quattro astronauti color cacchina (con
le ghette stile Gastone ai piedi!) indossano delle fantastiche tute dorate e
scendono sulla superficie dove trovano un fantastico laghetto di montagna pieno
di gamberoni giganti che sembrano scolopendre di cartone e che minacciano di
assaltarli. I quattro , nel frattempo si decidono a compiere la traversata del
laghetto con i canotti gialli che di solito non guiderebbe neanche un bambino
di tre anni. Giunti alle grotte di Frasassi i quattro attraversano un
"documentario sulla lava" (nel senso che le riprese della lava sono
visibilmente rubate a qualche documentario) e affrontano gallerie di
polistirolo fino a uscire nel deserto dove scoprono una strada di mattoni a
vista che conduce alla sagoma di un castello risalente al medioevo
preconfezionato.
Fin qui non succede un cazzo, ma il regista continua a
propinarci lunghissime scene di attraversamento " speleologico" prima
e "desertico" poi. Finalmente dentro al castello vedono un marziano
imbalsamato con le orecchie stile "Mad", gli occhi strabici, il
nasone e il cervellone infilato in un catino di vetro che lampeggia color
lilla. Mentre il pubblico dorme,
l'alieno tenta di comunicare con l'unico del cast capace di far roteare gli
occhi all'indietro (così si risparmia sul make-up) e a questo punto il regista
ci va giù pesante con assurdi effetti stroboscopici in cui la faccia (da pirla)
dell'alieno si sdoppia e svolazza trasparente per le gallerie. A questo punto
appare la star del film, o meglio solo la testa di John Carradine che inizia un
pippone assurdo mentre una nebulosa in
sovraimpressione gli fa il solletico al naso. Finito il pippotto i quattro si
ritrovano in una cantina con un pendolone del Re Sole che se viene mosso fa
crollare tutto...indovinate un po cosa
faranno i nostri eroi?
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