(A Prisão, 1980)
Regia
Oswaldo de Oliveira
Cast
Maria Stella Splendore,
Neide Ribeiro,
Márcia Fraga

Galeotta fu la prigione, è
proprio il caso di dirlo quando si parla del capolavoro di Oswaldo De Oliveira,
sorta di Joe D'amato del genere "women in cage". Il contesto
brasiliano, inoltre, rende il tutto più forte e reale. Attenzione perchè stiamo
parlando di un film in cui si mescolano sesso e violenza entrambi nei massimi
livelli concessi finora dalla cinematografia, c'è veramente di tutto: carcerate
che si passano il fallo di gomma attraverso fili sospesi tra due celle, ragazze
in isolamento che accarezzano schifosissimi topi di fogna, diciottenni vendute
per un weekend in barca con la ricca lesbica di turno, amori saffici a
profusione consumati nelle celle, nelle docce, attraverso le fessure delle
celle, in infermeria e dulcis in fundo, nell'elegante salotto della direttrice
Maria Stella Splendore in cambio di un rasoio, una pistola o un bastoncino di
hashish.


Siamo in un carcere di massima
sicurezza femminile, se non si era capito, in cui la violenza e le scene lesbo
sono una norma per tutti gli 89 minuti del film. Alla fine le carcerate ribelli
programmano la fuga durante il carnevale, uccidono una famiglia per procurarsi
i vestiti e ritornano nelle favelas da cui erano uscite.Una ad una saranno
catturate o uccise, non prima di aver dato sfogo alle proprie pulsioni sessuali
represse. A prisao mescola sapientemente azione, thriller e porno come solo
negli anni '70/primi '80 si sapeva fare. Con la naturalezza e il realismo
impressionante delle ambientazioni degradate, dei corpi nudi e piagati che
permangono fissi nell'obiettivo. Il pensiero corre al Brasile, alle sue
violenze nascoste, alle sue carceri dove succede di tutto, alla povertà delle
baraccopoli e ai suoi incredibili contrasti dove il sesso apparentemente resta
l'unica via di fuga dalla realtà.
Nessun commento:
Posta un commento