Regia John Waters
Cast Sonny Bono, Ruth Brown, Divine
Non tutto il trash viene per
imbruttire, esiste anche il trash artistico che fu prerogativa della coppia
Morrissey/Warhol e il trash allegro, frizzante e anticonvenzionale di John
Waters, un vero e proprio spettacolo per gli occhi e spesso anche per lo stomaco (Guardatevi Pink Flamingos se
volete farvi un'idea!) che in questa sua ottava produzione sbeffeggia la sua
Baltimora anni sessanta a base di balletti televisivi, rock'n'roll, chiome
cotonate e ultragonfiate e nuvole su nuvole di lacca fissante. Ottavo
lungometraggio giunto dopo sette anni dal geniale Polyester (in cui fu
inventato il nostro amato "Odorama"), Hairspray conduce lo spettatore
in un universo alternativo dove la protagonista cicciotta Tracy va talmente in
fissa per lo spettacolo televisivo "The Corny Collins Show" da
diventare più brava dei giovani ballerini che ad ogni puntata si sfidano in
gare di danza a base di soul, rock e blues. Non solo, Tracy diventa subito
un'icona della bellezza, adorata dai fans, ruba persino il fidanzato Link alla
viziatissima Amber e comincia a battersi
per l'integrazione razziale di tutti i neri che non vengono ammessi al
programma televisivo se non per un giorno a settimana.
Rispetto ai precedenti
film di Waters il trash è più nei contenuti, trasgressivi e demenziali, che non
nella forma, qui decisamente alta anche a fronte di un cospicuo budget a
disposizione. Nonostante questo, Waters non rinuncia ai suoi attori preferiti
ed infatti troviamo l'immortale Divine nel doppio ruolo maschile (il laido e
razzista proprietario dello studio televisivo) e femminile (la squallida madre
di Tracy) e la fedelissima Mink Stole, apparsa praticamente in tutti i film del
regista di Baltimora. Nel cast oltre a Jerry Stiller (papà del più fortunato
Ben) e Sonny Bono (partner di Cher e deputato americano negli anni novanta)
compaiono in un piccolo cameo Pia Zadora e Rick Ocasek (leader del gruppo rock
The Cars) nella parte di due psicotici beatnick nuovaiorchesi.
Per il resto il
film non perde una virgola della sfrontata irruenza delle pellicole di Waters,
pur limitando l'effetto shock a pochi momenti (lo schiacciamento del pedicello
su tutti...) il maestro del cattivo gusto non perde occasione per sbeffeggiare
a fondo la middle class americana, bianca, conservatrice e razzista
esemplificata mirabilmente nel personaggio di Prudence Pingleton, nevrotica
madre dell'amica di Tracy, Penny (che ha perennemente in bocca qualcosa) che
arriva a rinchiudere la figlia in un manicomio (gestito dallo stesso Waters
armato di rotella ipnotica) dopo che questa si è invaghita di un ragazzo negro.
Impressionante la sferzata di canzoni rock presenti nella colonna sonora,
grandi momenti coreografici, tanta demenzialità e un messaggio di speranza per
i diversi e gli emarginati, di cui Waters da sempre, vuole essere il paladino.
l'ho appena visto, molto bello, si segue tutto dun' fiato...e sintetizzando ciò che hai detto tu 'il trash c'è anche se non esplicito...'
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