Regia Ted V. Mikels
Cast Tura Satana, Wendell Corey, John Carradine
Il cinema di serie zeta è un pò
anomalo come passatempo ma ha i suoi accaniti ammiratori fra cui sono
orgoglioso di includere anche il sottoscritto. E' un genere a parte,
ammettiamolo, ma ci procura tanto piacere sopratutto quando si vedono alcuni
titoli che sono punti di riferimento assoluti, tra questi è obbligatorio annoverare anche questo
Astro-Zombies, vero e proprio simbolo cinematografico del genere. Costato la
miseria di 37.000 dollari, il capolavoro di Ted V. Mikels presenta tutti gli
elementi puri del cinema di exploitation. Tettone succinte ammazzate dal mostro
di turno, riprese di repertorio riciclate alla grande, attori e scene d'azione
ai limiti dello staticismo, grandi idee e momenti che alternano il ridicolo e
altri che rasentano tutta l'arte della celluloide.
Qui siamo in piena spy story
con una sceneggiatura a scomparti che alla fine quasi faticano ad unirsi tra
loro. Attori simbolo del Z movie come Tura Satana e John Carradine completano
l'opera in un tripudio di scene lentissime (almeno per come si concepisce
oggigiorno l'entertainment cinematografico), attenzione quasi maniacale ai
dettagli e raffazzonamento continuo tipico di chi i soldi per girare un film
non li ha mai avuti. La fortuna/sfortuna di questo film merita del tempo, quei
90 minuti che ci mostrano il buon Carradine smanettare strani congegni usciti
dalla Scuola Elettra, La dominatrice Satana, mai così spettacolare come in
questo film, mentre interpreta una figlia del drago a caccia della formula
segreta in compagnia di un pre-rasta e un gangster doc. I buoni, in questo film
sono poco incisivi, si salva solo Joan Patrick per le spettacolari forme, mentre i villain sono incredibili nella loro
interpretazione romantica di un cinema scomparso.
L'idea poi di un demone con la
batteria nel cuore e il rifornimento energetico attraverso la luce di una pila
è semplicemente geniale, con il cervello che viene animato da un interruttore
della luce ed un assistente scienziato che dalle smorfie sembra Andy Luotto
(giusto per fare un confronto all'italiana) tutto intento a molestare una
giovane ballerina legata al letto. Segnalo inoltre l'insostenibile attesa della
ragazza-esca, veramente inquietante mentre viene intervallata dal rumore di una
goccia d'acqua. Finale con qualche eco splatter alla Herschell Gordon Lewis ed
il solito buonistico happy end che si spegne nella mirabolante battaglia dei
robottini giocattolo, spettacolare visione autorale che funge anche da incipit
al film, magnifica allegoria di un mondo che cambia ed ha sempre più bisogno di
nuovi mostri per giocare.
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