Regia Renato Polselli
Cast Mickey Hargitay, Rita Calderoni, Raul Lovecchio
Per introdurre al meglio questa
fatica di Renato Polselli cito testualmente le parole del geniale Dottor
Kurando relative alla Sindrome di Monkey Island:
"Tale sindrome si basa
sull'empatia fra gli attori. Che non recitano l'uno con l'altro come se
stessero favellando in maniera naturale tipo in mezzo alla strada, ma si
parlano come se vivessero su due pianeti diversi. Agiscono tale e quale a come
funzionava nel videogioco (Monkey Island, per l'appunto n.d.r). Vai col mouse
sul personaggio, ci clicchi sopra e lui s'anima e dice sempre e solo la stessa
cosa e si muove sempre e solo alla stessa maniera. Sono uno davanti l'altro, ma
è come se non lo fossero."
Mai parole furono più appropriate
per descrivere la recitazione in questo "Delirio Caldo", sorta di
slasher italico dai contenuti softcore. Rita Caldana è la moglie del dottor
Lyutak (interpretato dal marmoreo Mickey Hargitay) e per tutto il tempo
strabuzza gli occhi come una pazza e continua a dire al marito "Io sono
tua...fai di me quello che vuoi...ecc. ecc..). Ma la brava donnina di casa sa
che il consorte, pur essendo uno stimato psicologo criminale, ha delle turbe
psichiatriche mica da ridere. Lo vediamo all'inizio del film, adocchiare le
cosce di una ragazzetta alla quale da un passaggio e poi cerca di stuprarla
lungo le rive di un fiume, e qui assistiamo subito alla classica scena della
vittima che corre ed il mostro che, pur camminando lentissimo, riesce sempre a
raggiungerla e ucciderla, tutto questo in una sequenza di scene interminabili
che ti viene voglia di strangolare te la tipa pur di finire stà scena.
Poi ovviamente il dottor Lyutak
viene interpellato da un ispettore di polizia a cui probabilmente si sono
ispirati per il titolo (Raul Lovecchio) viste le deliranti congetture con le
quali ipotizza i vari moventi. Poi si tende un'esca per beccare l'assassino che
nel frattempo ha lentissimamente ammazzato una nella cabina telefonica, dove
ovviamente ci si va a rinchiudere quando un killer tenta di ammazzarvi (e dove
se no). Il dottor Lyutak, che nel frattempo scopriamo pure impotente
("come uomo non valgo niente" cantilena insistentemente il nostro) è
preso dai rimorsi e si butta sulla ragazza esca (che si chiama proprio così) ma
non fa a tempo a strozzarla perchè un altro omicida accoppa una prostituta.
Viene quindi arrestato un sospetto (il grandioso Tano Cimarosa, unico vero
attore in questa marmaglia di maschere di gesso!), subito rilasciato che, per
vendicare la sua fidanzata uccisa, inizia a spiare le mosse del medico.
Frattanto la ragazza esca ha raccolto l'arma del delitto e, saggiamente, chiama
il dottor Lyutak per informarlo che il coltello era il suo (non si sa come
questa ragazza conosca a menadito l'argenteria di casa). Risponde però la
moglie e dopo, poco, la ragazza viene affogata nella vasca da bagno (espediente
per far vedere un pò di nudo gratuito).
Non contento l'assassino sistema il
cadavere sulla finestra per simulare il suicidio, basta un alito di vento
perchè si spezzi un cavo teso e la ragazza morta cada di sotto. Entra la
polizia, sfascia mezza casa ma il corpo non si sposta di un millimetro, entrano
in bagno e finalmente il corpo cade di sotto.
Dopo un'ora di questo andazzo finalmente vediamo qualche sogno erotico
della moglie di Lyutak che lesbeggia con la cognata (Christa Barrymore) e la
servetta (Carmen Young) mentre Lyutak assiste incatenato facendo smorfie
inenarrabili. Dopo un pò di queste nudità, la servetta viene rapita, Tano
intanto entra dalla cantina e dai fori di una porta vede la ragazza e
l'assassino, non si sa cosa faccia quest'ultimo alla ragazza, visto che le
fruga dentro (????) ma subito dopo la stordisce con una bombola di morfina e se
ne va. Tano libera la ragazza, telefona alla polizia ma la cognata lo chiude in
casa e mette fuori un biglietto (C'è un uomo in casa...) per avvertire il
dottore e la moglie. Il dottore entra in casa, strangola Tano con una catena
(sempre con molta calma...) e scopre il tremendo triangolo che si è andato a
creare nel suo nucleo familiare. Mi fermo qui perchè non voglio svelarvi il
finale casomai riusciste a vedervelo tutto. Unica precisazione, Tano
magicamente risorge a fine film ma il buon Polselli non ci svela come. A
proposito del regista si dice che questo sia il suo miglior film, non vedo
quindi l'ora di vederne il peggiore!
Sin dal titolo il Polselli ci
sintetizza che razza di spettacolo stiamo per vedere, quindi, in definitiva
assistiamo ad un film onesto!
Nessun commento:
Posta un commento