Regia Jesús Franco , Jean Rollin
Cast Christina von Blanc, Britt Nichols, Rosa Palomar
Questa è una delle opere più
sfortunate di Jesus Franco, autore di punta del cinema di genere spagnolo e
artigiano ultraprolifico, fu presentato a Cannes nel 1971 con il titolo
"Labyrinthe" ma i produttori, temendo un fiasco commerciale,
inserirono alcune scene girate da Jean Rollin, il film uscì poi con una sequela
di titoli sempre diversi tra "i desideri erotici di Christine",
"Christine, princesse de l'erotisme" e quello per cui è oggi
unanimamente conosciuto: "Una vergine tra i morti viventi". In realtà
il problema principale di questa pellicola era la presunta autorialità con cui
Franco aveva messo in piedi l'opera, senza mai scadere veramente nell'horror e
sopratutto, a parte qualche casta nudità, senza mai scadere nel puro erotismo.
Insomma un film senza alcuna attrattiva per il pubblico del regista spagnolo,
abituato da sempre a film trucidi e abbondanti di belle ragazze discinte,
perversioni varie, fruste, catene e riti sessuali.
Ovviamente in "A Virgin
Among the Living Dead" non mancano tutti questi ingredienti ma sono
talmente rarefatti da risultare quasi poetici. La protagonista Christina von
Blancha un volto che non si dimentica facilmente, e qui bisogna dare atto al
"Tio Jess" di saper scegliere le attrici, non a caso la Von Blanc
venne presa per sostituire la splendida Soledad Miranda, deceduta da poco e
sensualissima protagonista di uno dei suoi titoli più importanti, il sexadelico
Vampiros lesbos (anche se è più famoso per la splendida colonna sonora che
altro). Riguardo alla trama "Virgin" offre poco se non la solita
storia di maledizioni familiari con la virginea eroina che ricerca il padre all'interno
di un castello dannato dove i parenti sono uno più strano dell'altro, dediti a
bere sangue e a compiere strani riti pagani.
Il film si sviluppa con la
formula del sogno nel sogno, creando una dimensione onirica accentuata dalle
inquadrature lente e soffuse di Franco e dalle splendide musiche di Bruno
Nicolai, che alternano la soavità alla psichedelia. I riferimenti sessuali sono
molti ma quasi tutti metaforici (come la Von Blanc che si sveglia e trova la statua del pene in camera) e, in
quanto a horror, se non c'era Rollins ad aggiungerci qualche brutta faccia che
risorge dal terreno, ce ne sarebbe stato veramente pochino, anche se forse era
meglio così. In ogni caso nella versione americana il film è depurato dalle
scene aggiunte (il pipistrello vivo, gli zombi e la scena dello stupro) che
sono relegate invece negli extra. E' così possibile godersi l'opera originale
di Franco, un'opera controversa ma decisamente affascinante.
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