Regia Enzo G. Castellari
Cast James Franciscus, Vic Morrow, Micaela Pignatelli
Negli anni ottanta non era una
novità che le produzioni nostrane copiassero o quanto meno si ispirassero al
cinema americano per realizzare prodotti cinematografici ad uso esclusivamente
commerciale. Nessuno però aveva mai osato tanto come Enzo G. Castellari quando
ha fatto uscire nelle sale questo Ultimo Squalo! Talmente commerciale da
ottenere un incredibile successo negli Stati Uniti, talmente derivativo da far
incazzare la Universal al punto da intentare una causa per plagio, decretando
l'entrata di questo clone del celebre Jaws nell'olimpo della cinematografia
monnezzara a 360°.
La storia ricalca in pieno il film di Steven Spielberg con
James Franciscus nella parte dello "squalologo" e Vic Morrow in
quella del solito pescatore scafato ed esperto, ovviamente, in mostri marini. A
subire i primi attacchi sono dei ragazzini che fanno windsurf e sin da subito
Castellari si cimenta nei suoi mitici ralenty che lo hanno reso famoso nel
cinema di genere. Ma il vero punto di forza del film sono le spettacolari
esplosioni delle barche quando il mostro le attacca da sotto lo scafo, un vero
e proprio marchio di fabbrica di un regista nato sotto il segno del cinema
d'azione. Ovviamente questo Ultimo squalo è girato in straeconomia ma sono
diversi i momenti di assoluto genio che un artigiano privo di soldi deve
realizzare per tener testa alle produzioni più elevate. Primo fra tutti l'uso
di una boa in bocca allo squalo per segnalarne economicamente la presenza a
bordo acqua durante una regata dove tutti i partecipanti si buttano in mare
quando passa il palloncino.
L'uso promiscuo di sequenze di repertorio con reali
aggressioni da parte del grande squalo bianco sono sapientemente mescolate nel
montaggio con quelle realmente girate per il film, e addirittura Castellari si
sbilancia nella spettacolare sequenza dello squalo che trascina a fondo
addirittura un elicottero. Per non parlare delle scene subacquee dove lo squalo
si trasforma in muratore e comincia a chiudere una grotta coi pietroni spinti
col muso. Quando si erge fuori dal mare il mostro rivela la sua posticcia
natura di cartapesta muovendo le fauci come una bambolina che chiama la mamma!
Ma tutto questo non ci impedisce di provare reale tenerezza e affezione per
questo spettacolare junk movie che, nonostante la cialtroneria dei suoi mezzi,
si è rivelato un ottimo affare, quando ancora il cinema pareva esserlo per gli
italiani.
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