giovedì 5 giugno 2014

ZOMBI 3

(Id. 1988)
Regia Lucio Fulci, , Bruno Mattei 

Film travagliato a partire dalla sua realizzazione, Zombi 3 doveva essere il seguito di quel Zombi 2 che tanta fortuna aveva portato a Lucio Fulci. E infatti, per dare una continuità esotica con il precedente, la pellicola fu girata nelle Filippine ma per problemi (pare) di salute del regista fu completata dall'infallibile duo Bruno Mattei e Claudio Fragasso, anche se la versione ufficiale parla di una serie di scene girate dalla coppia allo scopo di allungarne la durata. In ogni caso Zombi 3 risulta un pastiche di grana grossa che richiama a più riprese "Virus, inferno dei morti viventi" in cui gli zombi sono comparse prese sul posto e quindi per lo più di aspetto orientale e sembrano non saper bene che direzione prendere, ogni tanto infatti li vediamo ciondolare come nei film di Romero, altre volte saltano, corrono, brandiscono machete e arrivano a fare salti degni di Bruce Lee. 


Il film sembra poi accusare una sceneggiatura alquanto debole e confusionaria in cui neanche la trama sa che pesci pigliare, e infatti ad un certo punto prende gli uccelli raggiungendo lo zenith del trash assoluto. Infatti i primi contagiati dal morbo che risveglia cadaveri cannibali, chiamato con poca fantasia "Death one", vengono uccisi e bruciati, ma il fumo della cremazione sale in cielo e infetta uno stormo di uccelli che cascano al suolo morti, salvo poi resuscitare come zombi-uccelli e aggredire un pulman di squinzie stupidotte in puro Hitchcock style. L'idea di mescolare film di zombi con "Gli uccelli" è semplicemente geniale ed avrebbe di sicuro fatto la differenza se il resto della storia fosse proseguito in questa direzione. 
 
Purtroppo però la parentesi dell'uccellagione dura pochi minuti, gli infettati dai passerotti risorgono e proseguono con una nuova invasione, suggellata dai continui sermoni di un disc jockey cieco che insiste a indicare i rifugi ai sopravvissuti ben sapendo gli ottusangoli dell'esercito sparano su tutti, vivi e morti. La recitazione è un pò cagnesca e mancano le idee geniali e lo splatter insostenibile che hanno da sempre caratterizzato il maestro Fulci, il quale però riesce comunque a regalarci una chicca: un teschio affamato che svolazza fuori da un frigorifero e azzanna alla giugulare il malcapitato di turno. Momento epico di un film che tende troppo a trascinarsi avanti senza (è il caso di dirlo) mordente.

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