Regia Lucio Fulci, Claudio Fragasso, Bruno Mattei
Film travagliato a partire dalla
sua realizzazione, Zombi 3 doveva essere il seguito di quel Zombi 2 che tanta
fortuna aveva portato a Lucio Fulci. E infatti, per dare una continuità esotica
con il precedente, la pellicola fu girata nelle Filippine ma per problemi
(pare) di salute del regista fu completata dall'infallibile duo Bruno Mattei e
Claudio Fragasso, anche se la versione ufficiale parla di una serie di scene
girate dalla coppia allo scopo di allungarne la durata. In ogni caso Zombi 3
risulta un pastiche di grana grossa che richiama a più riprese "Virus,
inferno dei morti viventi" in cui gli zombi sono comparse prese sul posto
e quindi per lo più di aspetto orientale e sembrano non saper bene che
direzione prendere, ogni tanto infatti li vediamo ciondolare come nei film di
Romero, altre volte saltano, corrono, brandiscono machete e arrivano a fare
salti degni di Bruce Lee.
Il film sembra poi accusare una sceneggiatura
alquanto debole e confusionaria in cui neanche la trama sa che pesci pigliare,
e infatti ad un certo punto prende gli uccelli raggiungendo lo zenith del trash
assoluto. Infatti i primi contagiati dal morbo che risveglia cadaveri
cannibali, chiamato con poca fantasia "Death one", vengono uccisi e
bruciati, ma il fumo della cremazione sale in cielo e infetta uno stormo di
uccelli che cascano al suolo morti, salvo poi resuscitare come zombi-uccelli e
aggredire un pulman di squinzie stupidotte in puro Hitchcock style. L'idea di
mescolare film di zombi con "Gli uccelli" è semplicemente geniale ed
avrebbe di sicuro fatto la differenza se il resto della storia fosse proseguito
in questa direzione.
Purtroppo però la parentesi dell'uccellagione dura pochi
minuti, gli infettati dai passerotti risorgono e proseguono con una nuova invasione,
suggellata dai continui sermoni di un disc jockey cieco che insiste a indicare
i rifugi ai sopravvissuti ben sapendo gli ottusangoli dell'esercito sparano su
tutti, vivi e morti. La recitazione è un pò cagnesca e mancano le idee geniali
e lo splatter insostenibile che hanno da sempre caratterizzato il maestro
Fulci, il quale però riesce comunque a regalarci una chicca: un teschio
affamato che svolazza fuori da un frigorifero e azzanna alla giugulare il
malcapitato di turno. Momento epico di un film che tende troppo a trascinarsi
avanti senza (è il caso di dirlo) mordente.
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