mercoledì 18 giugno 2014

LA VERA STORIA DELLA MONACA DI MONZA

(Id. 1980)
 Regia
Cast , ,



Che sia un horror a sfondo satanico o un erotico a sfondo religioso, l'importante è che sia girato in un convento con tante belle suorine discinte e pronte a fare tutto il possibile per compiacere il desiderio divino, non propriamente indicato dalle sacre scritture. Ecco quindi che Bruno Mattei, subito dopo aver girato "L'altro inferno" si butta a capofitto in un nuovo nunsploitation a luci semi rosse. Anche qui come nel precedente si firma Stefan Oblowsky, giusto per confondersi un poco con il maestro Borowczyk e il suo acclamatissimo "Interno di un convento", ormai assodato punto di partenza del genere sesso+suore. Tanto per riciclare ambientazioni, costumi e qualche attore come Paola Montenero, Franca Stoppi e Tom Felleghy, cosa c'è di meglio che prendere una storia vera, di manzoniana memoria come quella della Monaca di Monza e romanzarla buttandoci dentro del sano sesso e meno sana perversione? 

 
Complice del fattaccio l'amico e sceneggiatore Claudio Fragasso e l'attore Franco Garofalo, qui ogni tanto in abito talare e quasi sempre nudo a letto con qualche suora fino a raggiungere l'apoteosi del trash indossando una calzamaglia da Belzebù e spuntando fuori dal confessionale nel tentativo di sedurre la protagonista Zora Kerdova. L'inizio con la nomina di Suor Virginia in chiesa, alternata a dettagli poco edificanti di parti sessuali di due stalloni pronti alla monta, mette subito in chiaro dove si vuole parare con questo film, ovvero nudi facili, scene di sesso abbozzate ma oltremodo esplicite senza mai sfociare nella pornografia, cosa che, almeno secondo me, risulta negativa nel risultato finale, capace di scontentare sopratutto un pruriginoso pubblico pagante che chissà cosa si aspettava a partire dal titolo. 

Del resto narrare le vicende di un convento dove invece che pregare, le sorelle fornicano, lesbeggiano e si fustigano dalla contentezza, meritava qualche dettaglio in più. Mattei ci butta dentro anche un cadavere scarnificato dai topi, qualche incubo con suore indemoniate che fanno la linguaccia, una novizia presa a bastonate e uno stupro lungo come l'eternità che ovviamente si trasforma in compiacimento e amore da parte della monaca monzese. Tutto abbastanza visto e stravisto ma il personalino della Kerova merita un'occhiata
e il brutto Garofalo, che si danna ipocritamente l'anima nella sua complicità con il balordo Osio è da manuale.
 

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