Regia Bruno Mattei
Cast Zora Kerova, Mario Cutini, Paola Corazzi
Che sia un horror a sfondo
satanico o un erotico a sfondo religioso, l'importante è che sia girato in un
convento con tante belle suorine discinte e pronte a fare tutto il possibile
per compiacere il desiderio divino, non propriamente indicato dalle sacre
scritture. Ecco quindi che Bruno Mattei, subito dopo aver girato "L'altro
inferno" si butta a capofitto in un nuovo nunsploitation a luci semi
rosse. Anche qui come nel precedente si firma Stefan Oblowsky, giusto per
confondersi un poco con il maestro Borowczyk e il suo acclamatissimo
"Interno di un convento", ormai assodato punto di partenza del genere
sesso+suore. Tanto per riciclare ambientazioni, costumi e qualche attore come
Paola Montenero, Franca Stoppi e Tom Felleghy, cosa c'è di meglio che prendere
una storia vera, di manzoniana memoria come quella della Monaca di Monza e
romanzarla buttandoci dentro del sano sesso e meno sana perversione?
Complice
del fattaccio l'amico e sceneggiatore Claudio Fragasso e l'attore Franco
Garofalo, qui ogni tanto in abito talare e quasi sempre nudo a letto con
qualche suora fino a raggiungere l'apoteosi del trash indossando una
calzamaglia da Belzebù e spuntando fuori dal confessionale nel tentativo di
sedurre la protagonista Zora Kerdova. L'inizio con la nomina di Suor Virginia
in chiesa, alternata a dettagli poco edificanti di parti sessuali di due
stalloni pronti alla monta, mette subito in chiaro dove si vuole parare con
questo film, ovvero nudi facili, scene di sesso abbozzate ma oltremodo
esplicite senza mai sfociare nella pornografia, cosa che, almeno secondo me,
risulta negativa nel risultato finale, capace di scontentare sopratutto un
pruriginoso pubblico pagante che chissà cosa si aspettava a partire dal titolo.
Del resto narrare le vicende di un convento dove invece che pregare, le sorelle
fornicano, lesbeggiano e si fustigano dalla contentezza, meritava qualche
dettaglio in più. Mattei ci butta dentro anche un cadavere scarnificato dai
topi, qualche incubo con suore indemoniate che fanno la linguaccia, una novizia
presa a bastonate e uno stupro lungo come l'eternità che ovviamente si
trasforma in compiacimento e amore da parte della monaca monzese. Tutto
abbastanza visto e stravisto ma il personalino della Kerova merita un'occhiata
e il brutto Garofalo, che si danna ipocritamente l'anima nella sua
complicità con il balordo Osio è da manuale.
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