Regia D.W. Griffith
Cast Lillian Gish, Mae Marsh, Henry B. Walthall
Che il primo esempio di Kolossal
cinematografico mai operato nella storia sia anche il primo esempio di
WeirdoKolossal la dice lunga sul futuro del cinema, tre ore abbondanti di pellicola
per un film muto dedicato alla guerra di secessione americana, alla conseguente
liberazione della schiavitù nera e la nascita del Ku Klux Klan, il tutto
attraverso la saga di due famiglie americane ma sopratutto attraverso un'ottica
meramente di parte, al punto che, vista con gli occhi moderni assume quasi le
connotazioni di un film di fantapolitica marcatamente razzista. Il regista D.W.
Griffith da vita a uno dei racconti più infami dell'epoca, ancorchè distorto
dalla visione xenofoba del prete battista Thomas F. Dixon Jr. in cui la storia,
come la conosciamo oggi, viene decisamente rovesciata, Griffith non nasconde la
sua predisposizione alle ottiche sudiste, immaginando schiavi felici che
ballano a piedi scalzi nella sabbia e sono trattati gentilmente dai proprietari
del sud, le famiglie degli Stoneman e dei Cameron.
La componente ideologica si
evince inoltre nell'uso di bianchi che interpretano neri con la faccia colorata
col lucido da scarpe, almeno per quanto riguarda attori che minimamente
interpretano una parte, le comparse, ovviamente sono veri neri, probabilmente
assunti senza manco sapere di che parlasse il film. La ricostruzione delle
battaglie è notevole e lo sforzo produttivo ingente, in un epoca dove il cinema
era agli albori e dove era già un miracolo se si riusciva a tirare un'ora di film.
Per la prima metà diciamo che tutto fila abbastanza bene, scene di vita
familiare, serve nere affezionate ai padroni, la guerra, Abramo Lincoln che
viene trucidato a Teatro in una mirabile sequenza, i soldati neri del nord e la
concessione del diritto di voto alle persone di colore.Poi comincia l'assoluto
delirio, Sylas Lynch (George Siegmann) è il primo mulatto che viene eletto nel
paese ma il regista ci mostra sequenze di bianchi che vengono allontanati dalle
urne, neri che votano due volte, neri che votano i bianchi e vengono appesi ad
un albero e frustati. Griffith con semplice ed ingenua volontà descrittiva
mostra che il popolo nero, divenuto un popolo libero comincia a vessare i
bianchi, a portare il caos e l'anarchia giustificando così la nascita del KKK.
I neri infatti vengono dipinti come pigri, oziosi, alcolizzati e molestatori di
donne, in questo modo il primo delitto del clan è nei confronti di un soldato
nero responsabile della morte della giovane e leggiadra figlioletta dei
Cameron.
Alla fine vedremo l'eroica
cavalcata degli adepti al Ku Klux Klan verso il paese nel caos, per salvare le
due famiglie assediate, in più luoghi, dai neri cattivi che vogliono fargli la
pelle e il politico mulatto Lynch ormai ubriaco di potere che cerca di costringere
la bella Flora Cameron (Mae Marsh) a nozze indesiderate.
Lieto fine assicurato con i
bianchi fantasmi crociati che riportano l'ordine e la disciplina, i neri
confinati nei loro ranghi e le due famiglie che finalmente possono
riabbracciarsi.
Certo l'inquietudine che traspare
da questo spettacolo, la cui visione può essere una valida prova per misurare
la propria forza di volontà, è notevole, forse perchè ci riporta indietro ad
un'epoca assurda attraverso la visione, totalmente di parte, di un gruppo di persone
che consideravano giuste e plausibili certe ideologie. Da vedere assolutamente,
anche per capire quanto siano cattivoni i neri e rendersi conto dei pericoli
legati ad una possibile presa di potere da parte loro!!
e l'africa post coloniale?
RispondiEliminaUno dei pochi film che ha avuto le palle di raccontare come sono andati veramente i fatti, e non come ce li vuole presentare "l'istruzione" controllata (e quella davvero di parte) e i media sionisti, come i filmucoli di quella specie di Mr.Bean negro che è Spike Lee, perciò... VAFFANCULO, VIVA LA SEGREGAZIONE E LE LEGGI JIM CROW!!!
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