mercoledì 19 febbraio 2014

ZOMBI 2

(Id. 1979)

Regia
Cast , ,


Una scena emblematica dell'ultimo blockbusterone "Warm Bodies" ci mostra il protagonista confrontato con la copertina del blu-ray di Zombie Flesh Eaters, versione americana del film di Lucio Fulci uscito con il titolo "Zombi 2". Una conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, dello straordinario affetto che questo titolo si è conquistato tra gli appassionati d'oltreoceano in poco più di 30 anni. Già negli anni passati, sfogliando autorevoli libri di cinema horror stranieri capitava di adocchiare alcune foto di scena del film, oltremodo raccapriccianti e proprio per questo motivo entrate nel mito. Si perchè senza lo straordinario lavoro del bravo Giannetto de Rossi, non sarebbe stato possibile trasformare gli zombi ciondoloni in maschere quasi espressionistiche ma di potente suggestione.

La storia poi riporta il tema degli zombi alla loro origine, ambientandola su un'isola caraibica considerata maledetta dagli indigeni, dove un medico alcolizzato cerca disperatamente di curare il virus che trasforma i morti in cannibali ambulanti, accentuandone la radice religioso-tribale mutuata dal costante suono dei tamburi vudù. Il modello ispiratore di Fulci non diventa quindi Romero, ma i classici in bianco e nero come "White Zombie" o "I walked with a zombie", ovviamente non disdegnando di rendere i morti viventi affamati di carne umana nella migliore tradizione horror anni ottanta, anche e sopratutto per alzare l'asticella dello splatter a quei livelli insostenibili a cui il maestro ci ha abituato, anche se, a parte la deorbitazione di Olga Karlatos (ancor oggi disturbante) non è che il film faccia così impressione. 

Lo spettatore moderno, abituato a pasti cannibalistici di ben altro spessore troverà poco più di qualche esplosione di cranio e morsi alla giugulare per saziare le proprie pulsioni gore. Sarà invece lo spettatore weirdo ad abbeverarsi alla fonte più estrema del cinema trash italiano di quegli anni, considerati non a torto, il punto di non ritorno del bizzarro tricolore. Basta infatti una scena, una sola per elevare quest'opera fra i cult assoluti di un cinema povero e coraggioso che ben conosciamo, l'incredibile e improbabile scontro tra un pescecane (più simile a uno squalo nutrice però...) e uno zombie che arriva addirittura a mordere l'animale nel sottopancia prima di essere privato di un braccio in quello che è un evidente manichino. 
La musica dell'immancabile Frizzi passa da atnosfere festose e ritmi latinoamericani a picchi di psichedelia proto elettronica che spaventano più di quello che si vede sullo schermo. Finale apocalittico da manuale mentre sullo sfondo le torri gemelle vengono avvolte da una nuvola che ci profetizza a suo modo quello che accadrà anni dopo in quel triste 11 settembre di cui tutti abbiamo memoria.

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