Regia Anthony C. Ferrante
Cast Ian Ziering, Tara Reid, John Heard
Lo straordinario successo ottenuto da questo ultimo capitolo
della famigerata Asylum è un chiaro esempio di come un idea, portata
all'estremo, conti più dell'effettivo valore di un film. Dopo aver sfornato
titoli cult come "Mega Shark vs. Giant Octopus" e imbarazzanti
mockbuster come "Atlantic Rim" e "Transmorphers" la casa di
produzione low budget holliwoodiana mescola insieme il catastrofico attuale
dettato dalle incombenti minacce di Tornado che gravano costantemente
sull'America con lo shark movie.
Il risultato è "Sharknado" dove ben
tre trombe d'aria si accaniscono sulla California demolendo le colline di
Hollywood e trasportando con sè nientemeno che un branco di squali inferociti
che ruotano nel turbine, sfondano finestre entrando in bar e abitazioni, si
gettano nelle piscine, nei tombini e nuotano allegri lungo le strade inondate
dal maremoto. Il tutto con i consueti effettacci digitali che costituiscono
ormai il marchio di fabbrica asylumiano, mescolando alla cazzo di cane computer
graphic con il girato, senza però tentare minimamente di dare parvenza estetica
alla cosa.
Vediamo quindi le solite pinne ritagliate a filo d'acqua,
inquadrature di squali che si ripetono sempre uguali per tutto il film, ampio
dispendio di stock footage, attori cani presi dalla televisione come il
protagonista Ian Zering che per tutto il film non si stupisce manco un pò di
quello che accade attorno a sè ma brandisce seghe elettriche, fucili a pompa e
pistole con cui fa il tiro a segno con gli squali svolazzanti per aria. Sua
complice Cassie Sherbo, protagonista nel finale del più improbabile salvataggio
della storia.
Non mancano attori degni di nota come un John Heard decisamente sovrappeso
e Tara Reid (Il Grande Lebowski) ormai seducente come un pezzo di carta
vetrata. L'improbabilità della trama, mescolata alla cafoneria dello script
hanno un effetto devastante e, per quanto si possa dire tutto il male
possibile, non manca certo lo spettacolo, anzi sembra pure troppo per un film
realizzato per il canale ScyFy, ormai veterano di queste produzioni di serie
zeta. Il risultato però sono quelle migliaia di spettatori che hanno garantito
uno share mai immaginato per un prodotto del genere, alimentato dal cinguettio
di massa generato su Twitters, il cui risalto si è sparso a macchia d'olio in
tutto il mondo (la notizia è arrivata anche su Rai1) galvanizzando una miriade
di nuovi curiosi e detrattori, neofiti non adeguati al magico/tragico mondo
della Asylum. Per noi, invece, che navighiamo felici da anni nelle pellicole di
quest'indegna produzione, Sharknado diventa lo zenith assoluto di una
filmografia qualitativamente improponibile ma che, decidamente, non può essere
ignorata dai libri di storia.
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