lunedì 12 marzo 2012

FRANKENSTEIN MEETS THE SPACE MONSTER

Id. 1965

Regia Robert Gaffney
Cast Marilyn Hanold, James Karen, Lou Cutell

Certi film, decisamente catalogabili in serie ultra zeta andrebbero studiati più a fondo, innanzitutto per la loro onestà: "Frankenstein meets the Space Monster", piccolo gioiello psicotronico realizzato con mezzi di fortuna, riprese di esercitazioni militari, lanci di missili nello spazio e festini accompagnati da musica beat, ha sicuramente un pregio che lo differenzia dalla mera produzione di massa per un pubblico da Drive in: Il film di Robert Gaffney mantiene quello che promette! Frankenstein c'è veramente, nei panni di un astronauta americano che in realtà è un androide, frutto di esperimenti scientifici per mandare un testimone nello spazio completamente robotizzato. Lo space monster, invece, è una sorta di scimpanzè con maschera da demone, memore di quel capolavoro di delirio Sci-fi che è "Robot Monster". Lo scontro, invece, è relegato al finale dopo una trama allucinante che vede un'astronave aliena invadere la terra per rapire le donne terrestri allo scopo di ripopolare il loro pianeta.

A capo dell'invasione c'è una stizzosa principessa (Marilyn Hanold) e il suo sgherro, una specie di Fester con le orecchie da dottor Spock (Lou Cutell). Frank (Robert Reilly) è un androide  che  viene lanciato nello spazio ma gli alieni colpiscono il suo razzo e deve atterrare nel deserto. Qui incontra gli alieni che gli bruciato metà corpo coi laser (che sembrano peraltro dei grossi megafoni al contrario), impazzisce e comincia a uccidere chi gli capita a tiro. Stremato ritrova il suo creatore che gli da una risistematina in una caverna. La ragazza dello scienziato viene rapita dagli alieni, mentre gironzola tra le spiagge della California con la sua Vespa. Disperato il nostro ferma l'attacco dei militari all'astronave e manda il suo robot all'assalto. Frank viene catturato e si troverà faccia a faccia con il mostro spaziale. Alla fine il suo sacrificio lo riscatterà con la razza umana e salverà il mondo mentre il suo creatore andrà a spassarsela con la bellona in due su una "Vespa" per le strade dell'America che ride.


Animo beat, musica surf, costumi ultrakitch contornano un opera che sa di futuro, a metà tra il demenziale e l'horror, eppure il trucco di Frank, meta uomo e metà cyborg bruciacchiato ha un qualcosa che anticipa "Tetsuo " e tutto l'immaginario cyberpunk degli anni a venire.
Un capolavoro da riscoprire, quindi, ma solo se siete di larghe vedute!

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