giovedì 23 novembre 2023

THE SLAYER

(1982)

Regia J.S. Cardone

Cast Alan McRae, Sarah Kendall, Frederick Flynn

Parla di “Artista affetta da incubi va in vacanza su un’isola di merda che è pure abitata da un mostro assassino”

La partenza al fulmicotone delle prime sequenze di questo horror/slasher a basso costo non deve trarre in inganno lo spettatore, dopo pochi minuti da quando la protagonista Sarah Kendall viene abbrancata da un paio di zampe demoniache, ci accorgeremo infatti che non succede più un cazzo. L’esordio al cinema del mestierante J.S. Cardone (che realizzerà una manciata di titoli di serie B fino all’apoteosi nel 2006 con il bruttissimo Zombies – La vendetta degli innocenti) è un horror a basso costo incentrato sulla figura di Kay, (La Kendall in modalità scream queen) una giovane artista con evidenti turbe psichiche derivanti da una serie di incubi da cui è afflitta. 

Il baffuto fidanzato David (Alan McRae) non trova niente di meglio, per tirarla su, che organizzare una vacanza a quattro in una squallidissima isola deserta, dove l’unico sport ammesso è la pesca e l’unico luogo abitato è una casa in legno piuttosto malmessa affiancata da una specie di magazzino per pescatori che, oltretutto Kay ha già visto nei suoi incubi. Siccome al peggio non c’è mai fine, è previsto pure l’arrivo di un uragano che amplificherà il loro isolamento. Dulcis in fundo la presenza di un mostro assassino che è la cosa migliore del film ma che, ovviamente, vedremo solo per dieci secondi dieci nel finale. 

Il resto è di una lentezza ammorbante, con una serie di omicidi ai danni dei quattro attori del cast. David verrà decapitato e qui siamo in presenza di una scena di necrofilia involontaria con Kay che limona nel letto con il fidanzato ma si accorge troppo tardi che sta baciando solo la sua testa avvolta nelle coperte. L’amico Eric (Frederick Flynn) viene letteralmente catturato con una canna da pesca e trascinato in mare mentre la sua ragazza Brooke (Carol Kottenbrook) è presa a forconate nel magazzino. In tutto questo la Kendall trasforma quello che poteva essere un discreto horror in una farsa ridicola con una recitazione che definire fuori dalle righe è quasi un complimento. 

L’attrice, infatti, (la cui interpretazione assurda stroncherà sul nascere la carriera e, diciamolo…grazie al cielo!) strabuzza gli occhioni a livello esagerato, sputa l’anima dai polmoni strillando come una gallina impazzita. Va detto che la trama, per certi versi, anticipa di un paio d’anni le tematiche del sonno e dell’incubo che faranno la fortuna di A Nightmare on Elm Street. La Kendall, infatti, assediata dal mostro, tenta di mantenersi sveglia in tutti i modi, arrivando a bruciarsi le mani con una sigaretta, ma non c’è nulla da fare, perché l’incubo finale, quello che chiude in bellezza tutta l’opera, si rivelerà nelle terrificanti spoglie di un tenero gattino con il fiocchetto lasciando basiti e sconvolti gli spettatori, ai quali non è stata data nemmeno la possibilità di rimanere svegli fino alla fine.

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