giovedì 26 ottobre 2023

SHE-DEVILS ON WHEELS

(1968) 

Regia Hershell Gordon Lewis 

Cast Betty Connell, Nancy Lee Noble, John Weymer 

Parla di “banda di motocicliste al femminile si sollazza coi maschietti e si scontra con banda rivale” 

Nonostante l’iconica aura da cult movie che pervade ogni singolo fotogramma di uno dei più grossi successi commerciali del regista Hershell Gordon Lewis, non si può fare a meno di notare quanto povera fosse la confezione di She Devils on Wheels. Ovviamente i budget con cui lavorava il “padrino del Gore” erano decisamente risibili (si parla di appena 50.000 dollari per questo film) ma, rispetto ad altre sue opere, qui si presentava anche la pretesa di realizzare un Biker-Movie, prodotto rigorosamente per i Drive-in molto in voga alla fine degli anni sessanta. Diciamo che la confezione casalinga ad un film bikersploitation non giova molto, essendo un genere nato per scorrazzare on the road su chopperoni ribollenti e desiderosi di strade sgombre e assoluta libertà. 

Qui invece la banda di motocicliste soprannominate “The Man-Eaters” si limita a viaggiare su stradine del paesello per pochi metri alla pazzesca velocità di 40 km orari. Tutto scorre lento e si concentra soprattutto negli ambienti scarni e spogli di un appartamento dove le rebel girls entrano direttamente in motocicletta, allo scopo di scegliersi il bel fustone con cui pomiciare per tutta la serata. Lewis lavora con inquadrature traballanti, un montaggio schizoide dove il cambio immagine è talmente repentino da spiazzare lo spettatore fino a fargli nascere il dubbio del “ma cos’ho visto?”. La trama è praticamente ridotta all’osso ed è composta da sfiancanti dialoghi senza senso, lunghe sequenze di festini con balli, palpamenti e piedi che si sdrusciano fra di loro. Tra un avvinghiamento corporeo e l’altro assistiamo agli scontri tra la banda delle bikers capitanate da Queen (Betty Connell), un donnone forzuto che sbraita come un camionista, e quella di Joe Boy (John Weymer) un tanghero allampanato con un paio di baffoni vistosamente finti che comanda un trio di teddy boy sfigati in maglietta nera, manco capaci di andare in moto. 

Il gore, nonostante l’autorevole firma, è scarso limitandosi a tre scene principali, ovvero il trascinamento sul selciato di uno dei membri della banda maschile, la violenta rappresaglia contro una delle ragazze (che viene ritrovata morta in un sacco di tela tutta sporca di sangue) e il finale con decapitazione, unico scampolo della mano sanguinolenta di Lewis. Le Man Eaters appaiono sufficientemente emancipate, mettono sotto i piedi i maschi che fanno a gara per accendergli enormi sigari e sigarette, il tutto alternato da continue apparizioni del poster ufficiale che viene utilizzato come elemento di transizione per i cambi di scena, facendolo ruotare come una trottola sullo schermo. Tra i simpatici aneddoti generati dalla pellicola pare che la banda delle Men Eaters fosse composta, non da attrici professioniste, ma da vere bikers tra cui, si vocifera, vi fosse anche un membro della famiglia Manson. 


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