giovedì 4 maggio 2023

MAUSOLEUM

(1983) 

Regia Michael Dugan 

Cast Bobbie Bresee, Marjoe Gortner, Norman Burton 

Parla di “ragazzina che entra in un mausoleo e viene posseduta diventando una milf platinata ammazzatutti” 

L’inizio è una bomba weird di rara potenza, siamo ovviamente in un cimitero (con un titolo così non poteva andare diversamente) dove Susan, una ragazzina di dieci anni piange disperatamente per la perdita della madre. Quando la zia vuole riportarla a casa, Susan fugge fra le lapidi e davanti a sé appare un mausoleo immerso in una nuvola di nebbia grottescamente disegnata su pellicola. Entrata nell’edificio vede una tomba che comincia a produrre strani colori, arriva un tizio di cui non sapremo nulla ne riusciremo mai a vederlo in faccia, il quale chiede alla giovinetta cosa ci faccia in quel posto, viene subito attaccato da un terribile dolore alla testa, esce nel prato e il cervello gli esplode. Nonostante questo incipit deflagrante, il resto del film si manterrà su un’onesta linea da cinema di serie B tipico del periodo videocassettaro anni ottanta, arricchito da effettoni splatter e trucchi di make up del bravo Roger George (L’ululato, Terminator e Repo Man) che è poi l’unica nota di merito del film di Michael Dugan, estemporaneo artigiano del cinema con una filmografia che si conta sulle dita di una mano. 

Il proseguo della trama vede Susan (interpretata da Bobbie Bresee) trasformatasi nell’età adulta in una seducente milfona che ogni tanto diventa una specie di demone dagli occhi verdastri e si diverte a far fuori tutti quelli che entrano in casa, a partire dalla zia antipatica che sfracassa a terra non prima di averla sbudellata, o il giardiniere sornione che passa il tempo a tentare di sedurla e quando alla fine ci riesce questa gli regala una rastrellata sulla faccia. Dopo circa un’ora di film, finalmente, quel tontolone riccioluto del marito Oliver (Marjoe Gortner) si accorge che la moglie ha qualcosa che non va, visto che ogni notte la trova seduta davanti alla finestra in trance. A questo punto Oliver si rivolge al medico di famiglia, il dottor Andrews (Norman Burton) che nel tempo libero è anche ipnotizzatore e riesce a portare in trance Susan semplicemente mettendogli davanti un pendolo senza neanche la fatica di farlo oscillare.

Dalla seduta ipnotica emerge quindi che la donna è posseduta e solo applicandogli la corona di spine contenuta nel mausoleo sarà possibile allontanare il demone. Insomma la storia cerca di ricalcare il tema delle possessioni in stile “Esorcista” ma senza i mezzi né lo spessore del capolavoro di Friedkin. Il ritmo è bislacco e la recitazione raggiunge punte di incompetenza tipiche del prodotto nato sotto l’egida del cestone delle offerte natalizie tutto pieno di filmacci in vhs a prezzo scontatissimo. La Bresse, nota anche per aver la sua presenza in Ghoulies (1985), tentava allora la carriera come scream queen platinata, purtroppo il non aver azzeccato un film che sia uno, fece naufragare miseramente la sua carriera. 

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