mercoledì 21 dicembre 2022

HEAVY TRAFFIC

(1973) 

Regia Ralph Bakshi 

Cast Joseph Kaufmann, Beverly Hope Atkinson, Frank DeKova 

Parla di “virgineo flipperista incontra bella barista in mezzo a un campionario di assurdi personaggi dalla dubbia morale” 

Se con Fritz il Gatto, Ralph Bakshi aveva sdognanato il cartone animato per adulti non lesinando in quanto a erotismo e violenza, nel suo film successivo il regista americano alza decisamente l’asticella del perverso scatenando nei confronti dello spettatore un universo malato e squallido ambientato nella peggior New York che sia mai stata rappresentata al cinema. Con l’utilizzo di un mix selvaggio tra live action, interazione fra cartoon e sfondi fotografici e un’animazione vorticosa quanto anarchica, Bakshi ci trasporta direttamente nei bassifondi della grande mela raccontando le gesta di pittoreschi personaggi all’interno di una trama convulsa che ruota attorno al personaggio di Michael Corleone, disegnatore squattrinato e verosimilmente frustrato dall’assenza di attività erotica nonostante il padre, mafiosetto del sindacato dei lavoratori in sciopero, tenti con tutte le sue forze di sverginarlo, arrivando a portare a casa una gigantesca prostituta. 

Le vicende familiari si arricchiscono dei continui litigi all’arma bianca tra il padre e la madre, che passa il tempo a rimettere nella vestaglia il suo seno cadente. Le vicende si snodano con Carole, un’avvenente barista con cui svilupperà un rapporto d’odio e amore in mezzo a risse sanguinolente, travestiti, assassini e rapinatori. Se mai avesse avuto qualche tipo di freno, qui Bakshi abbandona ogni pudore sia a livello artistico sia nel tracciare espliciti accoppiamenti sessuali, ondate di sangue e violenza, personaggi senza alcuna morale e un’ambientazione in cui lo squallore è il fulcro portante. Tra colorate inquadrature di flipper luminosi, frasi scurrili in un italiano imbastardito, umori salivari che scorrono sui corpi e ferite che si aprono come colate di lava bollente, il campionario roboante di freaks animati sorvola lo schermo con un umorismo malsano ma non sempre a tema. 

Diciamo che se l’intento era comico, il risultato è troppo estremo per venir adeguatamente apprezzato da un pubblico in cerca di commedia. Bakshi realizza un disturbante turbinio di cattivo gusto e politicamente scorretto, un’opera contrassegnata da numerose vicende travagliate (che portarono ad un certo punto al licenziamento del regista stesso) ma per chi ci si addentra scevro di morale e retorica conservatorista, resta comunque un’esperienza unica, quasi mistica.

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