mercoledì 11 gennaio 2023

IL NANO E LA STREGA

 (1973) 

Regia Gioacchino Libratti (Francesco Maurizio Guido aka Gibba) 

Cast (voci) Rosetta Calavetta, Vittorio Stagni, Carlo Romano 

Parla di “nano superdotato deve scamparla alle inesauribili voglie di una vecchia strega assatanata” 

Una delle tendenze del cinema cosiddetto “per adulti” italiano è sempre stata quella di trasformare le favole dandone una propria versione a luci rosse, basti pensare a “Biancaneve sotto i nani” di Luca Damiani o la versione porno di Robin Hood realizzata da Joe D’amato. Insomma sarà l’influenza di Boccaccio, sarà il desiderio di stravolgere le fiabe che ci hanno confortato da bambini, ma il porno in cappa e spada, pur presagendo un notevole dispendio finanziario (quando non si riusciva a riciclare i costumi da qualche altro set), era gettonatissimo fino ai tardi anni novanta prima che Pornhub prendesse il sopravvento relegando il voyeurismo spinto alla propria cameretta personale (ma in quello era stato già preceduto dall’avvento dell’home video). 

E fra i titoli dedicati alla sessualità medioevale spunta nei primi anni settanta questa curiosa pellicola diretta dal disegnatore e animatore Francesco Maurizio Guido, conosciuto come Gibba, il quale per problemi legati alla censura, non firmò la regia nei titoli lasciando il posto a Gioacchino Libratti. Di fatto l’intero lungometraggio di animazione fu realizzato ad opera di Gibba, compresa la direzione cinematografica. La storia inizia con un notabile che non riesce a soddisfare la sua formosa mogliettìna a causa delle minuscole dimensioni del suo pene. Da parte sua la donna conserva in una cassapanca una sorta di toyboy che estrae alla bisogna. Disperato il notabile chiede aiuto alla strega Merlina, una laida vecchiaccia perennemente arrapata. Come compenso il notabile gli dona il suo servo Pipolo, un nanetto attrezzato con un enorme pene che risalta dalla calzamaglia per tutto il film,  (anche durante i coiti). La fattucchiera scopre, grazie alla sua sfera, che potrà recuperare la bellezza perduta facendosi penetrare 100 volte dal nano. Il problema rimane convincere Pipolo che, durante la fuga, si unirà ai ribelli di Robin Hood. 

Contraddistinto da una verve comica dai toni caciottari e uno sviluppo narrativo ai limiti dell’anarchia, Il nano e la strega è un esperimento nello stile di Ralph Bakshi e il suo Fritz il gatto senza però il sottotesto di denuncia sociale dell’autore americano e vede soprattutto nell’animazione arcaica il suo maggior difetto. Il film di Gibba cede poi agli schemi narrativi del cinemino porno sotto casa dove le donne sono tutte vogliose e gli uomini sono per la maggioranza dei guardoni. In ogni caso il film regala qualche momento divertente (la scena dell’elefante che caga pallettoni) e tanti altri momenti surreali, ci si diverte (poco) ma alla fine l’assenza di un messaggio o comunque di un contenuto ne relega lo status ai livelli di una qualsiasi commediola sexy dell’epoca. I dialoghi, tutti rigorosamente in rima, sono a cura di Oreste Lionello ed Enrico Bomba. Il film è conosciuto anche con il titolo “Zi Zi…pan pan”  

Nessun commento:

Posta un commento