giovedì 6 ottobre 2022

DREAMANIAC – SOGNO MANIACALE

(Dreamaniac, 1986) 

Regia David DeCoteau 

Cast Thomas Bern, Sylvia Summers, Ashlyn Gere 

Parla di “ragazzino metallaro per sbaglio, invoca nei sogni demonessa azzannauccelli con cui fa strage a festa scolastica” 

Nonostante qualche effimero letterato imbolsito possa dire il contrario, questo blog ha principalmente lo scopo di fare informazione, e l’informazione che vorremmo darvi oggi è che quando vedete nei titoli di testa il nome di David DeCoteau potete stare certi di assistere ad un filmaccio. Non fa eccezione questo Dreamaniac che in Italia uscì in VHS tradotto letteralmente in “Sogno Maniacale” che già fa ridere così. In questa sorta di Teen Horror in linea con gli stilemi dell’epoca ma tradotto in una confezione poverissima, DeCoteau, che nella sua lunghissima carriera ci ha regalato perle come “Tragica notte al Bowling” e soprattutto il capolavoro (nel senso inverso del trash) “Creepozoids”, ci propone la solita accoppiata Heavy Metal + Satanismo narrandoci le gesta del giovane Adam, musicista da cameretta intento a fare metal ma, come vedremo nel film, si limita a fare giusto un paio di accordi strimpellati con la chitarra acustica. 

Adam (Thomas Bern) è preda di incubi terrificanti dove viene evirato a morsi da una tizia di nome Lily (Sylvia Summers) che starebbe poi per Lilith ovvero la prima donna dell’Eden che rifiutò, per l’appunto, di assoggettarsi ai comandi di Adamo e viene punita da Dio trasformandola in un demone. Caso vuole che Pat, la ragazza di Adam (Ashlyn Gere) decide di fare una festa a casa sua e tra gli invitati spunta, non invitata, questa Lily dallo sguardo psicopatico e un’orrendo vestito blu elettrico. In breve la festa si trasforma in un massacro, la donna lega ad un palo un tizio in mutande e lo frigge con la corrente elettrica, poi infilza un altro con una racchetta da sci e, dulcis in fundo, pratica una fellatio con distacco sanguinolento di uccello. Il tutto mescolato con rapporti sessuali più o meno espliciti, scene di nudo mai troppo integrale che ci ricordano comunque che DeCoteau veniva dal porno e questo era il suo primo film “serio” sotto l’egida di Charles Band, il quale rimase particolarmente colpito da quest’opera inserendo successivamente DeCoteau nella sua scuderia. Il film, nella maggior parte del tempo, non è neanche malaccio, ci sono alcune scene decisamente splatter tra cui il fracassamento di un cranio ben realizzato, il tutto fotografato in un tripudio di colori ipersaturi in pieno stile eighties. 

Tutto questo però non migliora il giudizio sull’opera, che oltre ad avere un finale tra i più idioti mai visti sullo schermo, ci rivela situazioni imbarazzanti dove l’inverosimile prende il sopravvento, come nella scena dove una ragazza sta leccando panna montata dai capezzoli del suo boyfriend e nel pieno dell’amplesso, lui si alza per andare a bere. Non parliamo poi di una delle prime vittime che si rialza come morto vivente in mutande e comincia a camminare in una maniera talmente surreale da trascendere la comicità. Dulcis in fundo la cosiddetta final girl, in compagnia della sorella ubriacona, negli ultimi minuti ci insegna che in qualsiasi casa americana si può trovare un trapano dalla punta gigante con cui perforare le mani ai posseduti, arrivando persino a decapitarli. E rimanendo in tema di Final Girl, l’esordiente Ashlyn Gere lavorò ancora per DeCoteau e negli anni novanta riuscì persino a entrare nel cast di Basic Instinct ma verrà ricordata principalmente per la miriade di film porno con cui ha costellato la sua miseranda carriera. 

Nessun commento:

Posta un commento