giovedì 19 maggio 2022

DEMOLITION COP

(TC 2000, 1993) 

Regia T.J. Scott 

Cast: Billy Blanks, Bolo Yeung, Bobbie Phillips 

Parla di “Vigilantes post atomici menano di brutto bande di razziatori ma un complotto interno renderà le cose difficili” 

Se il titolo originale strizzava l’occhio al Terminator di Cameron, non si può dire che i distributori nostrani non abbiano avuto mano pesante nell’ideare il titolo di importazione, puntando al quasi contemporaneo successo di Stallone (Demolition Man). In entrambi i casi il titolo ben rappresenta l’accozzaglia di situazioni viste e straviste, buone solo come scusa per riempire lo schermo di muscolosi tamarri pronti a darsele di santa ragione. Siamo in un’atmosfera post apocalittica dove il mondo non ha più molte risorse da offrire all’umanità, se non quelle ben protette all’interno di fortezze organizzate. Chi resta fuori è lasciato in balia di sé stesso ma soprattutto di criminali e assassini di vario tipo, gli stessi che, periodicamente tentano di forzare i campi magnetici a protezione della fortezza per razziare e distruggere ciò che a loro è negato. 

A impedire che questo avvenga ci sono questi vigilantes in motocicletta che spuntano fuori a sparare e menar le mani, tra questi i migliori sono il nero Jason Storm (Billy Blanks) e la sua inseparabile collega Zoey (Bobbie Phillips). Quest’ultima viene ferita gravemente durante un agguato e i membri corrotti del settore scientifico della fortezza la trasformano in una specie di androide invincibile, assoggettato al cattivo di turno. Il rimescolamento del cinema action con arti marziali e fantascienza pop trova in questa pellicola, un esemplare perfetto, con tanto di rassegna di vecchie glorie del genere come Billy Blanks, Bolo Yeung e Mathias Hues la cui filmografia sembra la lista della spesa di un cenone natalizio. Botte da orbi, sparatorie con finti laser che scoppiettano, grande rigonfiamento di bicipiti e quadricipiti ma soprattutto un ridicolo taglio di capelli sfoggiato da Blanks per tutto il film, probabilmente copiato da Wesley Snipes per il ruolo di Blade. 

Yeung fa impressione fisicamente anche perché l’enorme stazza muscolare fa letteralmente a pugni con la sua altezza da orientale, in pratica sembra un armadietto gommoso che fa le mossette con delle braccia che assumono circonferenze impossibili. Chi ama l’eccesso tout-court non potrà che apprezzare la sempliciotta messa in scena con tecnologie d’avanguardia (se il top del vostro pacchetto informatico era il Vic 20), le scenografie cartonate da giorno dopo la fine del mondo ricordano tanto il raffazzonato mondo del postatomico italiano stile I predatori dell’anno Omega e i combattimenti si prolungano fino allo sfinimento del povero spettatore che rivede sempre la stessa scena di lotta in uno squallido deja-vu. Insomma una parata di gonfiori così difficilmente lascerà indifferenti, si potrebbe quasi pensare che riescano a coinvolgere il pubblico al punto che anche allo spettatore, prima o poi, gli si debba gonfiare qualcosa, leggermente più in basso degli addominali. 

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