giovedì 17 febbraio 2022

THE BEAST OF THE YELLOW NIGHT

 (1971) 

Regia Eddie Romero 

Cast  John Ashley, Ken Metcalfe, Mary Charlotte Wilcox  

Genere: Horror 

Parla di “Soldato assassino riceve maledizione e si reincarna in ricco imprenditore che, dopo una colica, diventa un mostro parruccone” 

Frutto della collaborazione produttiva tra il regista filippino Eddie Romero e Roger Corman, questo Beast of the Yellow Night può essere considerato a tutti gli effetti un “film intuitivo” nel senso che lo spettatore giocoforza deve intuire il percorso narrativo delle vicende del povero Joseph Langdon (interpretato dal belloccio John Ashley che aveva già percorso il corridoio dell’horror ne La figlia di Frankenstein nel 1958 e aveva già lavorato con Romero ne Il Terrore nell’Isola dell’Amore del 1968), soldato in fuga tra le foreste filippine dopo aver compiuto un massacro insieme ad una non meglio specificata complice indigena che viene freddata immediatamente. Disperso nella giungla, senza cibo da diversi giorni e ormai ridotto al collasso, Langdon incontra una specie di stregone che gli offre budella umane da mangiare in cambio della sua anima. 

Lo scenario si sposta in tempi più recenti dove l’imprenditore Philip Rogers ritorna improvvisamente in vita in ospedale, i medici si sorprendono, ma soprattutto restano scioccati dal fatto che l’uomo ha il volto bendato non si sa da chi. Comunque appena tolte le bende scopriamo che Philip e Langdon sono la stessa persona (con un po’ di barbaccia in meno). Per i primi quaranta minuti circa, il protagonista si strugge di dolore perché non vuole vivere salvo poi struggersi di dolorosissime fitte alla pancia che lo trasformano in un ridicolo uomo bestia (quando si dice la cattiva digestione!) con la faccia butterata e colorata di verde ma soprattutto con un’assurda pettinatura tutta cotonata. Munito di artigli, il mostro affetta e squarta a più non posso, finchè non trova rifugio in una schifosissima cantina dove un vecchio cieco lo accoglie benevolmente. Il mostro poi, per ritornare umano, si getta a faccia in avanti contro un treno in corsa e, miracolosamente, torna ad essere Philip. Le successive trasformazioni, stranamente, avvengono mentre il nostro sfortunato eroe si accinge a copulare con la bionda moglie Julia, la quale, nonostante lo abbia tradito con il fratello Earl (Ken Metcalfe), non riesce proprio a fare a meno del maritino. 

Alla fine sarà il vecchio cieco, suo malgrado, a salvarlo dalla maledizione, invitandolo a pregare per lui in punto di morte. Langdon, reso immortale dal diavolo in persona (identificato nel film da un serpente ma soprattutto da una cavernosa voce fuori campo che ripete frasi senza senso), tornerà ad essere vulnerabile alle pallottole e finalmente potrà incontrare la tanto agognata fine. Se si cerca un motivo valido per vedere questo film, si può anche rimanere affascinati dalla continua lotta interiore del protagonista che riesce, tutto sommato, a trasmettere una malinconica determinazione alla propria autodistruzione. Peccato che tanta profondità d’animo venga poi rigettata all’apparizione di uno dei più ridicoli mostri di sempre. Nel cast troviamo la splendida Mary Charlotte Wilcox nel ruolo di Julia, attrice che trasuda sensualità da tutti i pori ma che preferiamo ricordare nella sua miglior interpretazione come protagonista in La Necrofila (Love me deadly, 1972). 

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