lunedì 15 novembre 2021

LA CASA DEL MALE

 (The House Where Evil Dwells, 1982)

Regia Kevin Connor

Cast Edward Albert, Doug McClure, Susan George

Genere: Horror

 Parla di “Famigliola Americana deve vedersela con ridicoli fantasmi dell’antico Giappone”

Negli anni di gioventù, quando si scovavano vecchi film nelle Tv private al pomeriggio, il nome di Kevin Connor girava abbastanza frequentemente, grazie a quegli splendidi film d’avventura tratti dai romanzi di Edgar Rice Burroughs come La Terra dimenticata dal tempo (The Land That Time Forgot, 1975) o Centro della Terra: continente sconosciuto (At the Earth's Core, 1976) e Gli uomini della terra dimenticata dal tempo (The People That Time Forgot, 1977), una sorta di trilogia avventurosa che si ispirava anche a Il mondo perduto di Sir Conan Doyle, ottimi prodotti di intrattenimento con tanti bei dinosauri a passo uno che divertivano noi piccini amanti dei mostri. Dulcis in fundo, Connor ha girato uno degli horror a episodi più belli che la Amicus abbia mai sfornato. Parliamo de La Bottega che vendeva la morte (From beyond the grave, 1973) interpretato da un magnifico Peter Cushing. 

Con queste premesse risulta assai doloroso parlare di questo The House Where Evil Dwells, incursione asiatica del genere Haunted House, perché se da un lato va elogiato un buon cast e il coraggio di portare il genere british horror in Giappone, dall’altro l’operazione fallisce miseramente nella sua realizzazione scadendo senza pietà nel trash più assoluto. Si inizia con un delitto passionale ambientato nel Giappone del 1840 dove Otami, una giovane donna invita a casa l’amante ma il marito Samurai li scopre e li affetta a colpi di Katana per poi fare Hara-kiri. Fin qui niente di speciale, la scena è ben fatta e dimostra senza alcun dubbio che il vecchio Connor ancora ci sa fare. Poi si torna ai giorni nostri quando il giovane reporter Ted (Edward Albert) si stabilisce con la famigliola proprio nella casa dell’eccidio che l’amico console Alex (Doug McClure) gli ha procurato a basso costo. E anche fin qui tutto ok, niente di nuovo sotto il Sol Levante ma almeno il film sembra decoroso. 

I problemi iniziano quando cominciano ad apparire i fantasmi dei tre morti, che vediamo in trasparenza bluastra mentre confabulano animatamente tra di loro in giapponese, ogni tanto uno dei tre si infila nel corpo della moglie di Ted, Laura (Susan George) per innescare una tresca tra la donna e Alex, qualche piatto (addirittura una maschera) salta dalla parete e si giunge allo zenith più estremo quando la figlia Amy (Amy Barrett) vede uno dei fantasmi giapponesi che fa le smorfie nella zuppa per poi degenerare con l’avvento di mostruosi granchi che borbottano comicamente come lottatori di Sumo. Non si capisce se l’intento comico del film è voluto, di certo le scene che si vorrebbero più terrificanti diventano invece quelle più esilaranti, come la sequenza di Ted che va a fotografare delle pescatrici in apnea e cade nell’acqua dove viene spinto giù da una nuotatrice in topless. La George ci sollucchera con nudi più o meno espliciti ma fa delle smorfie veramente buffe quando deve invece esprimere rabbia e dolore. Anche la scena dell’esorcismo da parte di un monaco zen raggiunge livelli di ilarità assoluta quando spinge fuori di casa i tre fantasmi a botte di acqua santa (o roba simile). Finale alla Bud Spencer e Terence Hill con botte da orbi e pareti che si smontano da tutte le parti con qualche sequenza di sangue che non salva comunque l’opera dal disastro totale.

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