venerdì 5 febbraio 2021

KZ9 LAGER DI STERMINIO

 (Id. 1977) 

Regia Bruno Mattei 

Cast Ivano Staccioli, Ria De Simone, Nello Riviè 

Parla di “infame medico del campo di concentramento nazista, sperimenta a cazzo su esseri umani, meglio se avvenenti donnine” 

Il secondo Nazisploitation di Bruno Mattei è l'esempio perfetto di come il genere, considerato uno tra i più infami dell'exploitation tricolore, abbia in realtà un intento nobile come quello di documentare fedelmente, senza interessi aggiunti, oltre che denunciare in maniera spontanea, gli orrori dei lager nazisti. Tutti sappiamo infatti che, all'interno dei campi di concentramento, le prigioniere erano quasi sempre ignude e, nonostante le privazioni a cui erano sottoposte, si presentavano bionde e bellissime, mostrando spesso e volentieri, con garbata innocenza, le proprie parti intime durante le azzuffate, o quando si stendevano sulle brande. Ma il buon Mattei (pace all'anima sua) va oltre, nell'olocausto finale ci piazza pure un momento di grande pathos con le prigioniere inginocchiate che fanno finta di cantare in coro mentre in sottofondo la colonna sonora ci regala una musichetta celestiale con gli angeli che sottintendono l'impiccagione dei due protagonisti. 

Ivano Staccioli riecheggia, nel cattivissimo comandante del lager di Rosenhaus, la figura del dottor Joseph Mengele, citato nelle didascalie finali del film, tutto intento ad effettuare improbabili esperimenti per creare la razza suprema in attesa della vittoria finale. Un esempio? Congelano un aviatore polacco e sperimentano su di lui lo scongelamento fisico, obbligando due ragazze nude ad avvinghiarsi sul corpo nel tentativo di riscaldarlo. Tentativo che fallisce miseramente, fortuna che interviene una mignotta di Marsiglia a risolvere il problema! Non parliamo poi delle umiliazioni che vengono inflitte alle prigioniere del campo, casualmente infatti quasi tutti i nazisploitation vanno ad indagare nel settore femminile dei lager nazisti. Come ne "La bestia in calore" abbiamo qui un demente ebreo assatanato di sesso che il comandante della guardia scatena come un cane libidinoso sulle donne. Il nostro arrapato, dotato di uno sguardo ed un sorriso talmente grotteschi da lasciare senza parole, passa il tempo a massaggiare le tette di prigioniere alquanto imbarazzate e infastidite. 

Il film non presenta particolari momenti di efferatezza, eccettuate le parti di bambolotti insanguinati messe a casaccio sul letto dell'infermeria a inizio film o qualche asfissiamento a sorpresa ai danni (come sempre) delle prigioniere. Protagonisti "buoni" sono due medici prigionieri, obbligati a seguire i mostruosi esperimenti del Comandante, i quali, ad un certo punto decidono di fuggire approfittando di un attacco aereo notturno. Manco a dirlo, non c'è lieto fine, del resto la guerra è quella che è. C'è però da dire che, rispetto a molti colleghi registi di precedenti Porno-nazi-movie, Mattei ha più sensibilità nei confronti dei temi trattati, alla fine del film, infatti, ci piazza tre belle didascalie informative riguardanti criminali nazisti rimasti ancora impuniti. Come a dire...vi siete goduti culi e tette in questo film? Ricordatevi però che stiamo parlando di cose serie!

1 commento:

  1. "Mattei ha più sensibilità nei confronti dei temi trattati, alla fine del film, infatti, ci piazza tre belle didascalie informative riguardanti criminali nazisti rimasti ancora impuniti. Come a dire...vi siete goduti culi e tette in questo film? Ricordatevi però che stiamo parlando di cose serie!"
    Ma perr favore, la parte "storica" è anche più ridicola della finzione di questo film; un fottio di balle e putttanate inventate da questi luridi nasi adunchi circoncisi fetori del mar rosso col solo scopo di dominarci tramite il pietismo e allo stesso tempo giustificare gli orrori, VERI QUELLI, ai quali sono stati sottoposti milioni di gentili durante la guerra (vedi marocchinate e bombardamento di Dresda, giusto per citarne solo un paio).
    Ebrei di merda!!!

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