giovedì 17 dicembre 2020

LA MALEDIZIONE DEL CANNIBALE

(The dark Power, 1985)

Regia: Phil Smoot

Cast: Lash LaRue, Anna Lane Tatum, Cynthia Bailey

Genere: Commedia, Horror

Parla di: “divinità cannibali assediano casa studentesca, questo negli ultimi 20 minuti di un film potentemente narcotico”

Vedendo questa pellicola di Phil Smoot viene da cantare in romanesco “Er frustarolo vaaa controcorente…” pensando, per l’appunto, al povero Lash LaRue lanciato nel cinema western degli anni cinquanta come il nuovo Bogart e divenuto una piccola celebrità anche grazie alla sua nota abilità a far schioccare la frusta al punto da ispirare anche Spielberg per il personaggio di Indiana Jones. Insomma una star con un background così importante non dovrebbe cedere alle lusinghe del cinema di serie Zeta se non per motivi meramente alimentari. Purtroppo il povero Larue ci ha dimostrato che questa regola non vale sempre, anzi, in certi casi, viene infranta di continuo da attori più o meno decaduti. Certo, se qualcuno si salva in sordina finendo in qualche filmetto di serie B pazienza, ma al povero Lash è capitato proprio di finire in una delle immondizie più estreme degli anni ottanta, talmente estrema, per sua sfortuna, da essere diventata anche un cult. 


The Dark Power narra le gesta di un gruppo di ragazzini deficienti che condividono una casa proprio laddove sono stati sepolti i corpi di un gruppo di guerrieri toltechi, che a differenza degli atzechi, divoravano i corpi delle loro vittime sacrificali. Con una premessa del genere, è implicito aspettarsi da un momento all’altro la resurrezione di questi mostruosi stregoni. Purtroppo tutto ciò avviene praticamente negli ultimi venti minuti di film, preceduti da un interminabile serie di scaramuccie studentesche con accenni espliciti al razzismo e al sessismo, tutto oscillante tra un drammone da quattro soldi ed una commediaccia scollacciata senza neanche una scena di sesso. Ad un certo punto, proprio quando Morfeo sta avendo la meglio sullo spettatore, ecco che spuntano i toltechi, ovvero quattro ridicoli mascheroni da carnevale che grugniscono come se non ci fosse un domani, agitano scuri e lance ma poi l’unico a far fuori qualcuno è quello con arco e frecce. 


Anche lo splatter sembra latitare se non in una scena, carina invero, di smembramento facciale. Nel finale spunta il povero Lash Larue, nei panni di un ranger barbuto che mena nerbate nell’aria fino all’inevitabile duello finale contro un tolteco armato anch’egli di frusta. Il tutto condito da una recitazione non particolarmente brillante, effetti speciali caserecci, make-up ridicoli e ambientazioni amatoriali. Il film ha dalla sua la breve durata ma considerando che gli ultimi 20 minuti sono i soli in qualche modo a intrattenere, vi suggeriamo l’uso ragionato del tasto forward del vostro telecomando.

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