lunedì 2 settembre 2019

RADIO ALIEN

(Bad Channels, 1992)

Regia Ted Nicolaou

Cast Robert Factor, Martha Quinn, Aaron Lustig

Dopo aver cosparso di mostruose creature aliene il tubo catodico, il buon Ted Nicolau, supportato come di consueto dalla Full Moon Entertainment e dallo stesso Charles Band in qualità di ideatore del soggetto originale, porta l'invasione extraterrestre sui canali radiofonici dell'emittente KDUL  dove uno strampalato deejay di nome Dan O' Dare (soprannominato Dangerous) viene assediato da un gigantesco alieno con un mostruoso elmetto bitorzoluto che trasforma lo studio in un minestrone verdastro di funghi gommosi, coadiuvato da un robottino sullo stile Star Wars. Il loro obiettivo è rapire e miniaturizzare giovani avvenenti fanciulle collegate alla radio, attraverso la materializzazione di gruppi heavy metal e la smaterializzazione delle donnine che vengono collocate in contenitori di vetro. L'idea di inserire le band intente ad esibirsi in una sorta di videoclip metallaro permette al regista di dilungare gli (scarsi) tempi del film e divertire lo spettatore più giovane con spettacolini rock pieni di finti clown rabbiosi, monache che suonano la chitarra lanciandosi contro il muro, ragazze da tutte le parti ed uno che sembra quasi un sosia di Alice Cooper. 

Il marchio di fabbrica della Full Moon e, conseguentemente, dello stesso Nicolau, sono però le creature ciondolanti protagoniste dello schermo, culminanti nel finale in una specie di giraffona con la faccia da papero disneyano movimentata da fili trasparenti, una bruttura da Muppet Show che viene sconfitta a colpi di disinfettante spray (sic!). Nonostante la pellicola risulti anche piuttosto divertente, con il suo carnet di attori improbabili e situazioni grottesche, manca un po la verve anarchica ed estrema di "TerrorVision" dove le mostruosità assumevano forme contorte da quadro di Salvador Dalì. In questo caso i personaggi rientrano negli stereotipi del B-Movie americano anni ottanta (sebbene in ritardo visto che il film è del 1992) senza eccedere nel kitsch più glam che invece marchiava gustosamente il precedente titolo di Nicolau. 

L'idea dell'intermissione dei gruppi nu-metal comunque risulta carina e la colonna sonora, orchestrata nientepopodimeno che dai Blue Öyster Cult, merita un ascolto. La commistione tra horror, fantascienza e commedia tiene molto bene i tempi cinematografici e la visione, seppur senza particolari momenti esaltanti, risulta tutto sommato piacevole. Certo gli anni d'oro della Full Moon sono altrove e purtroppo i primi anni novanta, con i limiti di un'epoca che stava per concludersi, ne hanno segnato irrimediabilmente il declino. 

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