lunedì 16 settembre 2019

LE NOTTI DEL TERRORE

(1981) 

Regia Andrea Bianchi 

Cast Karin Well, Gianluigi Chirizzi, Peter Bark 

Sono film come questo che rendono crudeli e irriverenti certi critici, soprattutto quando nel cast è presente un attore affetto da nanismo come Peter Bark, all'anagrafe Pietro Barzocchini che al pari di Plinio Fernando (ovvero la Mariangela di Fantozzi) appartiene a quella categoria di attori definita "vecchi bambini", cioè coloro che per ragioni estetiche e fisiche, possono essere utilizzati per interpretare minori con indubbi risultati trash demenziali. Il problema è che, mentre Mariangela Fantozzi era un personaggio di una saga comica, in questo frangente il film avrebbe dovuto, almeno nelle intenzioni, fare paura. In realtà proprio nel momento in cui la macchina da presa inquadra il giovine Michael disteso sul letto addormentato che, all'improvviso, apre gli occhi, parte il culto trash assoluto in cui vi è d'obbligo la risata sociale. Non parliamo poi dei pruriti edipici del pargolo nei confronti della madre, in una scena dove il bimbo, abbracciato e coccolato dal procace genitore, scatena il proprio arrapamento cercando di pomiciarsi la madre (per poi ricevere in cambio un sonoro schiaffone). 

Tolto il personaggio di Peter Bark, giustamente entrato nell'olimpo del trash per questa sua interpretazione, il film di Andrea Bianchi, la cui fama di mestierante e pasticciatore di generi nel cinema bis italiano supera lungamente i suoi reali meriti artistici, è uno zombie movie senza alcuna trama apparente se non un improbabile incipit dove un vecchio barbuto rovista nelle tombe etrusche prima di essere mozzicato a morte da uno zombie. I morti viventi spuntano fuori dal praticello all'inglese di una villona aristocratica dove convergono un improbabile gruppetto di snob per un weekend all'insegna dello scazzo. I domestici assistono all'esplosione in sequenza di tutte le lampadine di casa mentre le varie coppiette, disperse nel giardino reale, vengono assalite da questi orrendi mascheroni da teschio ricoperti da lombrichi penzolanti e larve che sporgono dalle cavita oculari. Vestiti con vecchi sai stracciati da monaci, i claudicanti esseri mordono e strappano viscere come se non ci fosse un domani, sono abili tiratori di chiodi giganti con cui crocifiggono alla persiana una domestica prima di decapitarla lentamente con una falce, usano asce, forconi e si arrampicano sui balconi, tutto con rigorosa lentezza. 

Del resto non è che i viventi dimostrino molte capacità di comprendonio e sagacia, a parte correre come matti, strillare come galline sgozzate e chiudersi da una stanza all'altra per tutto il film, non fanno, con grande dispendio di noia per lo spettatore. Se da un lato l'utilizzo del gore tipicamente fulciano, può dare qualche disturbo di stomaco, per il resto il film è completamente privo di idee, la recitazione è ridicola (a partire dalle facce che fanno gli attori) e le situazioni risultano davvero assurde. Alla fine non stupisce che a conquistare il cuore dei cinefili di tutto il mondo sia stato il volto contrito del buon Barzocchini, sorta di Benjamin Bottom  sul suolo italico che, una volta zombificato, si avventa come un putto diabolico a divorare il capezzolo in lattice della madre. 

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