martedì 24 settembre 2019

NOTTI DI TERRORE

(The Devil Bat, 1940)

Regia: Jean Yarbrough
Cast: Bela Lugosi, Suzanne Kaaren, Dave O’Brien

Genere: Horror, Fantascienza

Parla di: “Chimico frustrato si vendica su propri nemici utilizzando profumo che attira pipistrelli giganti” 

Il termine Poverty, inserito all’interno del nome di una casa produttrice cinematografica, la dice lunga sulla qualità dei prodotti confezionati dalla stessa, ed infatti la PRC (Producing Release Company conosciuta anche come Poverty Row) si presentò per la prima volta sul mercato delle pellicole Horror con questo film a bassissimo budget di Jean Yarbrough che, sei anni dopo, girerà She Wolf of London, Thriller non memorabile ma se non altro pregno di una discreta dose di originalità. Stessa cosa non si può dire di questo Devil Bat (uscito da noi con il titolo Notti di terrore) in cui la mediocrità dell’impianto realizzativo fa a pugni con un’idea che, tutto sommato, poteva anche essere interessante. 

Il Dr. Paul Carruthers, impiegato in una ditta cosmetica, si sente frustrato perchè Heath, il padrone dell’azienda si è arricchito con i suoi profumi; medita così di vendicarsi e attraverso la stimolazione elettrica ingigantisce dei pipistrelli addestrati ad attaccare le persone alle quali viene applicato un determinato profumo di sua invenzione. Spacciandolo come nuova lozione da Barba, Carruthers offre il profumo ai figli di Heath che uno ad uno, vengono assaliti e sgozzati dal pipistrellone. Due giornalisti furbetti indagano sul caso, inizialmente tentando con l’inganno di arricchirsi pubblicando foto false del mostro salvo poi, alla fine, dipanare inaspettatamente, il bandolo della matassa. Pur dotato di qualche momento divertente, The Devil Bat presenta grossi limiti nello sviluppo narrativo, ripetendo spesso le stesse sequenze (ovvero quando i pipistrelli escono dall’abbaino per uccidere).

Yarbrough oscilla tra il comico e l’horror mentre Bela Lugosi attinge solo due espressioni dal suo bagaglio recitativo, ghigno sardonico e imbronciamento marmoreo da incazzato perenne, riuscendo in qualche momento a sbagliare pure l’alternanza delle due espressioni con risultati involontariamente surreali. Per la riproduzione del pipistrellone, invece, ci si affida a pupazzi di peluche alati e movimentati attraverso fili invisibili che simulano lo sbattito d’ali. Ogni tanto, durante le sequenze degli esperimenti, l’inquadratura del mostro si alterna a primi piani di un vero pipistrello, probabilmente ripreso durante la visita ad uno Zoo. Completa il tutto un cast mediocre che si regge sull’unico pilastro di Lugosi e sulla bella Suzanne Kaaren che ci offre un gradevole diversivo al piattume generale.   

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