domenica 14 aprile 2019

NON AVER PAURA DELLA ZIA MARTA

(Id. 1988)
Regia Mario Bianchi
Cast Adriana Russo, Gabriele Tinti, Anna Maria Placido


Si parte con una tutt'altro che piacente signora di mezza età vestita con un pigiama che la rende più simile a un bidello delle elementari che a un'ospite di un istituto psichiatrico, luogo che scopriremo pochi minuti dopo aver assistito al suo balletto da finta epilettica. La zia Marta del film ci presenta subito quello che Lucio Fulci ci presenta a sua volta nei titoli di testa: un trashone all'italiana che condurrà il cinema di genere alla sua catarsi finale prevista per gli anni novanta, catarsi che segnerà inevitabilmente la sua fine. Del resto non si può dire che la noia non regni sovrana in questa pellicola costruita con due soldi su una trama tanto risibile che, per rimpolparla un poco, il regista Mario Bianchi, qui in una delle sue rare incursioni nel cinema horror (la sua filmografia infatti è prevalentemente orientata al porno) ci butta dentro una serie di omaggi a dir poco gratuiti ai grandi successi horror dell'epoca. 

C'è la classica scena dell'accoltellamento nella doccia ai danni della povera Jessica Moore, unica nota positiva del film grazie alla generosa perfezione delle sue tette, l'immancabile sega a motore di "Non aprite quella porta" che decapita prontamente il giovane ragazzino Maurice e persino un omaggio a "Poltergeist" che non c'entra un cazzo con il resto del film tant'è che il ragazzino, dopo aver toccato il televisore che sfarfalla non viene inghiottito nell'aldilà ma si addormenta miseramente sul pavimento. La trama, per la prima mezz'ora è tutta un felice convivio familiare della coppia Adriana Russo (che morirà decapitata a colpi di cassapanca, sic!) e Gabriele Tinti con i figlioletti, i quali insediatisi nella villa di famiglia, restano in attesa dell'arrivo di questa sedicente Zia Marta che sembra tardare ogni giorno. C'è anche un misterioso giardiniere interpretato dal francese Maurice Poli, per il resto il film è di una lentezza infinita e tanto per non farci mancare nulla, c'è pure il twist finale che ricorda un pò classici del paranormale come "E se oggi fosse già Domani" e "Carnival of souls" ma soprattutto una fantastica scazzottata tra Poli e Tinti nel finale, degna del duo Spencer/Hill.

In ogni caso, per chi ha subito il dramma di spararsi tutta la serie "Lucio Fulci presenta", magari su quelle orribili vhs della Avo Films che giravano ai bei tempi andati (disponibili comunque in ancor più orribili DVD), questo titolo non sarà neanche il peggiore, anzi a tratti la sua voglia di estremo risulta anche divertente con quello splatter zozzo e artefatto, tanto caro ai filmmakers italiani e una punta di necrofilia che non guasta mai. Poi, dal momento che non si butta via niente, il buon Lucio saccheggerà il film per i suoi successivi "Un gatto nel cervello" e "Le porte del silenzio".
 

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