(Horrors of the Black Museum, 1959)
Regia Arthur Crabtree
Cast Michael Gough, June Cunningham, Graham Curnow
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L'inizio del film sembra quasi
introdurre ironicamente un'altra produzione inglese di ben più elevato spessore
che uscirà l'anno successivo. Come non pensare infatti, assistendo al beffardo
omicidio iniziale con un binocolo/trappola da cui fuoriescono due lame a
tradimento , al capolavoro "Peeping Tom - l'occhio che uccide"? Il
riferimento non è fuori luogo anche perchè "horrors of the Black
Museum" viene spesso accomunato in una sorta di sadica trilogia con il
film di Michael Powell e il più oscuro "Il Circo degli Orrori". Nel
caso di questo discreto thriller horror diretto da Arthur Crabtree, il fattore
exploitation è molto elevato, quasi tutte le vittime del misterioso maniaco
sono donne, in parte non propriamente di alta rettitudine morale, peccato che
poi alla fine non ci sia granchè come carne al fuoco, troppi dialoghi ed una
certa staticità dell'insieme non giovano al prodotto di intrattenimento che
vorrebbe essere quest'opera.
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L'intero canovaccio si sorregge
sull'interpretazione di Michael Gough nei panni di un giornalista criminologo
che colleziona armi e riproduzioni di serial killers all'interno di una stanza
che vorrebbe ripercorre il celebre Museo di Scotland Yard, peccato che il
collezionista non si limiti ad acquistare pezzi rari ma si dedica, con l'aiuto
di un giovane, all'arte del delitto, semplicemente per dimostrare di essere più
bravo dei poliziotti. La vicenda passa dal thriller a tinte fosche alla
fantascienza con l'ausilio di un gigantesco e primordiale computer di cui non si
capisce l'utilità, fino ad arrivare a suggestioni horror citando apertamente
"Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde". Il giovane assistente
viene infatti drogato e trasformato in un mostruoso assassino proprio dal
giornalista per compiere i suoi turpi crimini.
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Sempliciotto e superficiale,
Horrors of the black museum non è quel che si dice un film memorabile, sono
gradevoli certi elementi macabri (la vecchia infilzata con un rompighiaccio o
la decapitazione della prostituta) ma ci si poteva sforzare un pò di più, si
parte pensando di seguire le orme de "L'abominevole dottor Phibes"
con un omicidio fantasioso (il binocolo killer) ma ci si ferma subito a
raccontare la serata alcolica di una formosa beona, si passa a interminabili
dialoghi filosofici fra il giornalista e i detective di Scotland Yard e si
finisce in un luna park dove il tunnel dell'amore diventa lo scenario di un
barbaro omicidio fino ad arrivare al più improbabile accoltellamento che la
storia del cinema ricordi. Il film fu presentato in "Hypnovision",
solito espediente gimmick per attirare gente al cinema, stavolta però senza
soluzione di continuità.
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