lunedì 18 marzo 2019

GLI ORRORI DEL MUSEO NERO

(Horrors of the Black Museum, 1959)

Regia Arthur Crabtree
Cast Michael Gough, June Cunningham, Graham Curnow


L'inizio del film sembra quasi introdurre ironicamente un'altra produzione inglese di ben più elevato spessore che uscirà l'anno successivo. Come non pensare infatti, assistendo al beffardo omicidio iniziale con un binocolo/trappola da cui fuoriescono due lame a tradimento , al capolavoro "Peeping Tom - l'occhio che uccide"? Il riferimento non è fuori luogo anche perchè "horrors of the Black Museum" viene spesso accomunato in una sorta di sadica trilogia con il film di Michael Powell e il più oscuro "Il Circo degli Orrori". Nel caso di questo discreto thriller horror diretto da Arthur Crabtree, il fattore exploitation è molto elevato, quasi tutte le vittime del misterioso maniaco sono donne, in parte non propriamente di alta rettitudine morale, peccato che poi alla fine non ci sia granchè come carne al fuoco, troppi dialoghi ed una certa staticità dell'insieme non giovano al prodotto di intrattenimento che vorrebbe essere quest'opera.




L'intero canovaccio si sorregge sull'interpretazione di Michael Gough nei panni di un giornalista criminologo che colleziona armi e riproduzioni di serial killers all'interno di una stanza che vorrebbe ripercorre il celebre Museo di Scotland Yard, peccato che il collezionista non si limiti ad acquistare pezzi rari ma si dedica, con l'aiuto di un giovane, all'arte del delitto, semplicemente per dimostrare di essere più bravo dei poliziotti. La vicenda passa dal thriller a tinte fosche alla fantascienza con l'ausilio di un gigantesco e primordiale computer di cui non si capisce l'utilità, fino ad arrivare a suggestioni horror citando apertamente "Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde". Il giovane assistente viene infatti drogato e trasformato in un mostruoso assassino proprio dal giornalista per compiere i suoi turpi crimini.

Sempliciotto e superficiale, Horrors of the black museum non è quel che si dice un film memorabile, sono gradevoli certi elementi macabri (la vecchia infilzata con un rompighiaccio o la decapitazione della prostituta) ma ci si poteva sforzare un pò di più, si parte pensando di seguire le orme de "L'abominevole dottor Phibes" con un omicidio fantasioso (il binocolo killer) ma ci si ferma subito a raccontare la serata alcolica di una formosa beona, si passa a interminabili dialoghi filosofici fra il giornalista e i detective di Scotland Yard e si finisce in un luna park dove il tunnel dell'amore diventa lo scenario di un barbaro omicidio fino ad arrivare al più improbabile accoltellamento che la storia del cinema ricordi. Il film fu presentato in "Hypnovision", solito espediente gimmick per attirare gente al cinema, stavolta però senza soluzione di continuità.




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