(id. 1987)
Regia David DeCoteau
Cast Linnea Quigley, Ken Abraham, Michael Aranda
Tra i vari filmacci di serie B realizzati sulla coda di Alien si fa notare, nel 1987, questo Creepozoids, una co-produzione della Empire di Charles Band, la cui presenza come produttore esecutivo non viene segnalata nei titoli ma si sente, a livello suggestivo, come marchio di fabbrica. Il budget del film è uno tra i più miserrimi dell’epoca, 150.000 dollari buttati al vento ed un cast di attori sconosciuti, tra cui però spicca, e non certo per le sue doti recitative, la scream queen di culto Linnea Quigley che compare anche in qualità di produttore esecutivo. E’grazie a lei che almeno 5 minuti del film permettono allo spettatore di risorgere dallo stato comatoso, con un nudo integrale sotto la doccia mentre è intenta ad amoreggiare con uno dei membri della squadra militare. Per il resto assistiamo alle disavventure di questi disertori che, stanchi di combattere l’ennesima guerra post-atomica (siamo in un futuristico 1998) decidono di rifugiarsi in un capannone abbandonato per ripararsi dalle piogge acide.
Qui scoprono di non essere soli ma la compagnia è tutt’altro che gradita. Vengono infatti assaliti prima da una serie di toponi giganti e poi da una mostruosa creatura zannuta. Girato completamente all’interno di una costruzione industriale, tra computer dell’anteguerra e scaffali disastrati, il film raggiunge lo zenith del trash quando spuntano i giga-ratti che sono visibilmente dei sorci di pezza completamente privi di alcun movimento, al punto che sono gli attori a doverli sbatacchiare a destra e sinistra nel tentativo illusorio di dargli una parvenza di vita. La creatura mostruosa non è neanche malaccio, anche se emette un suono che sembra lo scarico del cesso, non fosse che, verso la fine, quando crediamo sia morta, uccisa da un raggio laser reperito nella discarica, ecco che ci regala l’obbrobrio finale.
Dal collo del mostro infatti ne esce fuori una creatura assurda, metà del corpo sembra un alieno con tanto di coda dentellata, ma dalla vita in su si presenta come un assurdo bambino umanoide movimentato con stantuffi idraulici che ci regala le facce più assurde che mai pellicola prima d’ora aveva osato mostrarci. Gli ultimi 10 minuti sono un continuo gioco a nascondino tra l’unico sopravvissuto ed il mostruoso bebè fino a giungere ad un finale decisamente idiota. Dirige David DeCoteau, personalità di punta del brutto cinematografico che meriterebbe più attenzione, non fosse altro per averci regalato, oltre a Creepozoids, anche il delirante Sorority Babes in the Slimeball Bowl-O-Rama, il tutto all’interno di una sconfinata filmografia che varrebbe la pena di scoprire, questo ovviamente se proprio uno non c’ha un cazzo di meglio da fare nella vita.
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