(Id. 1982)
Regia Charles Band
L'inizio delirante ci dovrebbe
spiegare a che razza di esperimento si è sottoposto il nostro eroe ma in realtà
non si capisce un cazzo, tutta una sequenza di primi piani dello sguardo
dell'attore Robert Glaudini legato con cinture alla testa mentre strabuzza gli
occhi come un dannato. In seguito sembra di assistere ad un remake de
"L'uomo invisibile" quando il nostro si rifugia in una specie di
bettola fatiscente gestita da una truccatissima e cadente Vivien Blaine. Dopo
aver riempito la stanza con alambicchi e strani congegni, Dean va a mangiarsi
una merdosa scatoletta in un ancor più peggiore locale dove un gruppo di teppisti
lo importuna. Ed a questo punto, udite udite, appare lei, proprio "lei",
una virginale Demi Moore alle prime armi, che coltiva limoni veri in un mondo
ormai distrutto e allo sbando. Tanto per non farci mancare nulla spunta anche
il regista/attore Luca Bercovici (ve lo ricordate Ghoulies? Bene lo ha diretto
lui...) nei panni di una specie di men in black armato di laser nel manicotto
del vestito che guida una nerissima e futurissima porche (l'unica cosa nel film
che sembra appartenere ad un film di fantascienza).
Nel frattempo i teppisti aprono
una scatola che non devono e vengono assaliti da un mostruoso parassita pieno
di dentoni che si attacca alla pelle e non ti molla finchè non ti ha asciugato
per bene. Girato in 3D il film di Band è un perfetto esempio di Z-movie che non
si vergogna di esserlo, anzi ne trae un considerevole vantaggio. Se le
atmosfere sono deprimenti ben si integrano con una visione apocalittica
decisamente casalinga, di quelle che piacevano tanto al signor Corman quando
girava piccoli capolavori come "Il mostro del mondo perduto". Non
mancano ovviamente le creature gommose tipiche della Full Moon, e bisogna dire
che qui il parassita è dannatamente efficace, in più ci si concede anche
qualche momento splatter ben fatto come la spettacolare esplosione facciale
della Blaine. Insomma per apprezzare film come questo bisogna essere sopratutto
dei fottuti nostalgici e saper apprezzare gli anni ottanta e tutto
l'immaginario horror che ci hanno saputo regalare.
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