giovedì 20 aprile 2017

SANTO CONTRA EL CEREBRO DIABÓLICO



(Id. 1963)



Quest'ennesima (ma la lista è molto, molto lunga) avventura dell'enmascarado de plata si presenta come un bizzarro miscuglio di generi che attinge dal gangster movie, alla spy story fino ad arrivare al western con tanto di risse nei saloon, cavalcate sotto il torrido sole messicano (indossando peraltro giacche pesantissime quanto orrende!). Stranamente i protagonisti principali sono due poliziotti in incognito che devono indagare su rapimenti da parte di una crudele organizzazione criminale gestita da un tozzo barbuto con gli occhi strabici ed un orrendo cappellaccio nero. Il Santo compare dopo ben 25 minuti di attesa nel solito laboratorio segreto multivalvolare con tanto di antennone parabolico e lo vediamo intento, insieme allo scienziato amico di turno, a intercettare le comunicazioni dei due sbirri attraverso un avveniristico orologio trasmittente. Tra una rissa e l'altra c'è pure spazio per la struggente esibizione di un mariachi con gli anni di Noè che vi farà arrotare le balle dopo 10 secondi. 
Non poteva mancare il sempiterno combattimento di lucha libre all'interno di una sala che sembra un'aia per polli tappezzata di pubblicità della Corona e del Rhum Bacardi, davanti alla solita folla straeccitata composta da bambini masochisti e adulti rimasti bambini. Per la serie "il cattivo gusto si vede dall'abito" segnaliamo l'imbarazzante mantello del nostro eroe che sembra un foulard tutto tappezzato rubato probabilmente a qualche vecchietta. Di positivo nel film c'è sicuramente un'efficace fotografia in bianco e nero e l'ambientazione rurale messicana che qui funziona meglio rispetto a tanti altri film. 

Quando poi i due poliziotti vengono smascherati e creduti morti, si ripresentano con tanto di barba e naso posticci ma vengono di nuovo scoperti e torturati con il crudele sistema della corda che strizza la fronte, nel finale, dopo un rocambolesco inseguimento in auto probabilmente accellerato in fase di montaggio, esplode la scazzottata finale dove El Santo butta tutti i nemici giù da un burrone, o meglio butta giù dei pupazzi anchilosati. Nonostante la sua caratteristica di film dozzinale, la recitazione generale è buona, merito anche della presenza di due star del cinema messicano come Fernando Casanova e la bella Ana Bertha Lepe. Il regista Federico Curiel, pur non avendo parentele con il nostro Eugenio, è un mestierante di buona fattura con un portafoglio alquanto ricco che consta ben 74 film, tutti ovviamente di genere. Da non confondersi (come del resto succede) con un altro titolo analogo della filmografia santesca "Santo contra el cerebro del mal" che invece si presenta con toni decisamente più horror.

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