Regia Paul Morrissey, Antonio Margheriti
Cast Joe Dallesandro, Udo Kier, Dalila Di Lazzaro
Rispetto all'altro titolo del
dittico realizzato dalla Factory di Andy Warhol in Italia, il pur sanguinoso
"Blood for Dracula", questo "Flesh for Frankenstein" spinge
e di molto l'accelleratore sul Gore più estremo regalando, per quegli anni,
un'opera forte, morbosa e decisamente dissacratoria, sia per quanto riguarda il
mito classico del dottor Frankenstein, sia per quanto riguarda gli impulsi
sessuali e necrofili che vengono spiattellati senza vergogna sullo schermo.
Detto questo il film sarebbe una sorta di commedia, leggendo anche il titolo
italiano, ma, a parte una lieve ironia e qualche battuta ironica, c'è veramente
poco da ridere osservando l'impeccabile e magnetico Udo Kier mentre infila
allegramente le mani all'interno del corpo della splendida Dalila Di Lazzaro e
simula con lei un amplesso con penetrazione manuale nelle viscere più estreme
del corpo.
A completare l'opera ci sono poi gli straordinari effetti meccanici
di un Carlo Rambaldi in erba che animava teste mozzate e realizzava una strana
composizione anatomica fatta di polmoni e cuore, che sembra riprodurre qualche
strano dinosauro esotico, composizione che verrà ripresa anni dopo in
"Brain Dead" di Peter Jackson.
Flesh for Frankenstein viene realizzato da Paul Morrissey al termine
della famosa trilogia con protagonista Joe Dallessandro (Flesh/Trash/Heat) e
infatti il regista americano si porta dietro il fido attore in questa nuova
avventura facendogli interpretare anche qui, manco a dirlo, la parte dello
stallone esibito senza remore in tresche erotiche con la belga Monique Van
Vooren che interpreta la moglie/sorella del Barone. Dallessandro poi si scatena
in un orgia in costume da villani con due laide prostitute, orgia che termina
con momenti di panico causati da una lucertolina che spunta dalle chiappe del
prestante attore.
Come risaputo la versione italiana del film fu attribuita ad
Antonio Margheriti in veste di regista e Tonino Guerra come sceneggiatore. In
realtà Margheriti venne affiancato al
duo Warhol-Morrissey come spalla tecnica dal produttore Carlo Ponti, il quale
pur apprezzando la vena creativa della Factory sapeva benissimo che non
brillavano di organizzazione e professionalità. Il film uscì con alcuni inserti
in 3D e un cast decisamente interessante che comprendeva oltre a Udo Kier, Joe
Dallessandro e Dalila di Lazzaro (quasi sempre nuda e decisamente notevole più
come presenza che come interpretazione) anche una giovanissima Nicoletta Elmi e
Liù Bosisio, la prima indimenticabile signora Pina Fantozzi. Visto oggi, Flesh for Frankenstein mantiene
intatta la sua forza dissacratoria, fatta di leccate a enormi e disgustose
cicatrici, sbudellamenti, impalamenti e orgie di sangue che elevano ad arte il
cattivo gusto ed il trash, obbiettivo questo che Warhol ha santificato nella sua
arte.
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