Regia Don Edmonds
Cast Dyanne Thorne, Max Thayer, Jerry Delony
Personaggio di culto assoluto
nell'immaginario erotico anni settanta, la procace Dyanne Thorne torna a
vestire i panni della perversa e dominatrice Ilsa, dopo il successo del primo
capitolo di quella che diventerà, a tutti gli effetti, una saga composta da
quattro episodi. "Ilsa la Belva del deserto" rappresenta il secondo
tassello dopo il primo, feroce e bellissimo"Ilsa la belva delle SS" e
sarà seguito da "Greta la donna bestia" e "La tigre del
sesso", tutte e quattro le pellicole, oltre ad avere in comune la
protagonista, eroina al negativo puro come era di moda in quegli anni (dove la
donna emancipata si trasformava in una belva affamata di sesso e sangue, quasi
a voler recuperare secoli di storia passiva assoggettata al maschio dominante),
si caratterizzava per ambientazioni diverse ad ogni titolo.
Nel primo film
ovviamente la protagonista era in un lager nazista, nel terzo in un manicomio e
nel quarto tra le fredde lande della Siberia. In questo secondo capitolo la
troviamo nientemeno che in un Emirato Arabo gestito da uno sceicco miliardario
quanto perverso che rapisce procaci ragazze dell'Occidente per alimentare una
tratta di schiave bianche. Accompagnata da due negrette quasi sempre nude e
lucide di olio tanto per risaltare l'esotismo delle forme, l'abbondante Ilsa
veste come un graduato dell'Afrika Korps, inventa bombe da innestare nella
vagina in modo che esplodano al culmine dell'atto sessuale, tortura con presse
che schiacciano seni e formiche rosse , salvo poi innamorarsi perdutamente
dell'aitante segretario del dottor Kaiser, giunto dall'America per trattare
petrolio con il crudele sceicco.
Rispetto al primo capitolo, il sangue e le
torture sono decisamente limitate a favore di una trama più complessa, dove si
toccano situazioni e problematiche più attuali come il petrolio, la tratta
delle bianche e la questione mediorientale. Il tutto ovviamente in puro camp
style, con combattimenti a seno nudo, danze del ventre, aste di schiave,
dettagli e particolari sessuali ammiccanti. Alla regia ancora Don Edmonds, già
autore del primo titolo, il quale non nasconde la sua passione verso il cinema
di Russ Meyer al quale palesemente si ispira, non a caso nel cast appaiono tre
delle donnine preferite dal regista californiano, ovvero la svedese Uschi
Disgard, la canadese Haji e l'americana Coleen Brennan (viste tutte e tre in
Supervixens e in altri capolavori del maestro) che interpretano tre ragazze
occidentali rapite dallo sceicco per alimentare il suo parco schiave.
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