Regia Jun Fukuda
Cast Katsuhiko Sasaki, Hiroyuki Kawase, Yutaka Hayashi
Considerato a torto (ce ne sono
ben di peggio, fidatevi!) uno dei più brutti episodi della serie Kaiju Eiga, il
film di Jun Fukuda è in realtà un minestrone kitsch di puro delirio anni '70 a
cui non si può negare, nonostante le ingenuità tipiche del genere, una buona
resa spettacolare dell'insieme. Certo, in alcuni momenti rasenta il delirio più
assoluto ma è un film di continua azione tra inseguimenti, botte da orbi tra
mostri e uomini, esplosioni, raggi laser e un tripudio di mostri giganti che se
le danno di santa ragione. Le prime immagini vedono un bambino nippo che naviga
su un lago a bordo di un pedalò a forma di clown, sulla riva il padre, il
professor Goro (Katsuhiko Sasaki) ed il fratello assistono a un terremoto ed al
ribollire delle acque. Nota ironica, in questo film i tre protagonisti sono
tutti maschili (e in effetti non c'è una donna in tutta la pellicola) quasi a
voler individuare una sorta di famiglia omosessuale di cui tanto si discute al
giorno d'oggi.
Disquisizioni sociologiche a parte, in Godzilla vs. Megalon si
respira un'aria di misoginia preponderante che in un film per bambini assume
connotazioni quasi allarmanti. In ogni caso si prosegue in forma di spy story,
al professor Goro cercano di fregare l'arma segreta, un robottone colorato dal
ghigno stampato sulla maschera d'argento che si chiama Jet Jaguar, i cattivi in
questione sono i setoniani, il cui capo veste con la toga e l'aureola romana ed
ha un vice vestito come il cameriere di un albergo di lusso.
Gli alieni, incazzati per gli
esperimenti atomici terrestri inviano il loro scarafaggione gigante Megalon (un
bellissimo costume in verità) a distruggere il pianeta. I tre protagonisti, dopo
varie peripezie, riescono a riprendere il controllo di Jet Jaguar e lo mandano
a chiamare Godzillla sull'isola dei mostri. Come in ogni sano scontro che si
rispetti, gli avversari devono essere equiparati e quindi i setoniani si fanno
spedire da Venere Gaigan, una specie di pollo con le braccia ad uncino.
L'ultima mezz'ora vede il combattimento a quattro, fra balzi, cazzotti, voli
pindarici, fiamme, bombe e sfracazzamenti, i buoni trionferanno, Godzilla
saluterà tutti e buona notte al secchio.
Certo, non ci si può aspettare da un kaiju eiga, profonde riflessioni
metacinematografiche e del resto è bello così. Il fascino dei modellini di
cartapesta che esplodono è sempre magnetico, vedere poi Megalon preso per la
coda e sbattuto al suolo dal nostro amato lucertolone rasenta il sublime del
nulla in celluloide, rimangono i quadranti coi led, i raggi laser disegnati su
pellicola e i carrarmatini dell'esercito che prendono fuoco. Ma che vogliamo di
più?
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