Regia Jean Rollin
Cast Maurice Lemaître, Caroline Cartier, Ly Lestrong
Non è facile digerire lo
stile di Jean Rollin, sopratutto per uno spettatore moderno abituato ad una
certa frenesia d'immagine che il regista francese non ha mai adottato, i suoi
film, oltre ad un'ostentata attitudine arty, sono decisamente lenti, dialoghi
ridotti all'osso, sequenze dettagliate (sopratutto per quanto riguarda il nudo
femminile) e spesso sono totalmente incomprensibili. Elementi ben rappresentati
in questo "La La vampire nue" ennesima rielaborazione del tema
vampiresco al femminile, marchio inconfondibile del maestro che ne rielabora il
concetto filmico come un mantra ossessivo in buona parte delle sue pellicole.
L'incipit ci porta in un laboratorio di analisi dove un gruppo di incappucciati
preleva il sangue ad una donna in vestaglia, poi tutta una serie di sequenze
allucinatorie in cui vediamo uomini che indossano maschere di animali e una
rossa in calzamaglia che fa una sorta di danza da locale strip-tease con tanto
di conetti sui capezzoli. Nel frattempo assistiamo all'incontro tra il giovane
figlio di papà Pierre con una misteriosa ragazza inseguita da misteriosi
figuri.
La scena si sposta in una villona lussuosa dove un gruppo di ricchi,
seguaci del culto dell'immortalità inizia a suicidarsi, ma Pierre, protagonista
della vicenda si rifiuta e ammazza il proprietario, mentre fugge un tizio
mascherato da Shazam lo esorta ad andare da suo padre, il ricco industriale
Radamante, dove lo attendono altre sorprese. Intanto vediamo un pittore che
ammira una nera nuda con unghioni di rame alle dita. L'andamento del film è un
pò tutto così, con pretese di artisticità oltre ogni limite, un melange
visionario dove l'occhio si bea di una fotografia molto accurata, scenografie
sontuose e una messa in scena decisamente accattivante, il tutto accompagnato
dalla colonna sonora di Yvon Serault realizzata con musiche psichedeliche e
particolarmente ossessive.
A tratti si percepisce un'aura quasi pasoliniana,
accentuata da una recitazione glaciale e un ritmo ammorbante che mette a dura prova
la comprensione di quanto accade. Conviene dunque adagiarsi al ritmo ipnotico
di sequenze notturne con gigantesche ombre, campi lunghi, sculture bizzarre, un
pò di nudo ma poca roba rispetto a quanto promette il titolo. Ed alla fine non
ci sono neanche i vampiri, il finale infatti prende una insolita piega
fantascientifica in cui i succhiasangue sono in realtà dei mutanti. Pare (ma
pare eh!) che Kubrick si sia ispirato alle atmosfere de "La La vampire
nue" per realizzare Eyes Wide Shut, cosa che in effetti potrebbe anche
essere, ci chiediamo peraltro se almeno il buon Stanley ci abbia capito
qualcosa in questo minestrone confusionario e dadaista.
Nessun commento:
Posta un commento