venerdì 29 giugno 2012

TURKISH STAR WARS

(Dünyayi kurtaran adam, 1982)
Regia Çetin Inanç
Cast Cüneyt Arkin , Aytekin Akkaya , Füsun Uçar

Forse non tutti sanno che la Turchia è sempre stato uno dei paesi più prolifici, cinematograficamente parlando, quasi a livello di Bollywood, ovviamente se nessuna delle loro produzioni sia mai uscita dai confini nazionali ci sarà anche un motivo, un buon motivo se poi ci capita sottomano una roba come questa, la traduzione letterale del titolo è "L'uomo che salva il mondo" ma è ormai conosciuto in tutto il mondo come "Turkish Star Wars", un film che non è solo brutto ma anche sfacciato nella sua ostentazione di sequenze rubate all'originale "Star Wars " per non parlare poi della musica che attinge allegramente dai grandi temi del cinema d'avventura di quegli anni.
Uno poi si chiede "Ma non facevano prima i turchi a importare l'originale?", il problema era tutto nelle difficili relazioni della Turchia con gli Stati Uniti che rendevano impossibile l'ingresso di questo tipo di prodotti, ovviamente il pubblico non poteva essere lasciato fuori da certi grandi successi e così, in quattro e quattr'otto ecco confezionato un film con quattro scassatissimi fondali, armi di cartone, costumi da peluchione rosa e tante sequenze della morte nera, millenium falcon e così via.
Il risultato è puro delirio giustamente divenuto in questi ultimi anni un cult grazie alla rete che permette l'uscita dall'anonimato di queste perle imperdibili.
Già i titoli di testa con una musichetta elettronica che accompagna dei cartoni pressati colorati di nero che traballano, ci introduce degnamente, poi parte una noiosissima voce narrante che racconta la storia mentre scorrono impietose le sequenze del primo Star Wars, attenzione però, a un certo punto entra in scena uno con una ridicola maschera, una sorta di Darth Vader mescolato al mago di oz, in compagnia di tanti robottoni di latta che farebbero felici i cultori di "Tobor the Great".
I due protagonisti Murat (Cüneyt Arkin anche autore dello script quindi doppiamente colpevole) e Ali (Aytekin Akkaya  attore molto quotato che ha lavorato anche da noi ne I sopravvissuti della città morta  e Il mondo di Yor ), entrambi dotati di un fisico da lattoneria e l'età di matusalemme, vengono colpiti dal nemico e finiscono su un pianeta deserto dove si riconoscono benissimo le caratteristiche rocce della Cappadocia e qua e là, il regista Çetin Inanç ci sbatte dentro anche un pò di repertorio delle piramidi e sfingi tanto per dare l'atmosfera da pianeta abbandonato che poi tanto abbandonato non è, dal momento che vengono subito accolti da cattivi cavalieri vestiti di ossa. Nonostante l'età e il fatto che siano solo in due (oltre al fatto di essere appiedati), Alì e Murat riescono a far fuori tutti i cavalieri e fottersi due cavalli. Intanto la musica ci regala la fuga di Bach e il Star Wars Theme in un'accoppiata musicale da brivido. Orbene, mentre i nostri eroi cavalcano, il solito burlone di regista ci fa una panoramica della popolazione locale e quindi ogni tanto appaiono in primo piano dei mostri dotati di mascheroni di cartone che ringhiano davanti alla telecamera, così senza motivo (forse non erano stati ancora pagati!). Giunti in paese i nostri vengono catturati e costretti a fare i gladiatori, poi dalle grotte spuntano dei mostri rivestiti di carta igienica mentre in sottofondo sentiamo la musica de Planet of the Apes.
I mostri si aggregano con un gruppo di licantropi e uccidono la popolazione locale, non risparmiano neanche i bambini, i cadaveri vengono messi in sepolcri di pietra da cui il sangue viene travasato attraverso dei tubicini. Alì e Murat a questo punto si incazzano e prendono a manate e calcioni degli enormi pietroni in polistirolo mentre la musica inconfondibile echeggia le note di Raiders of the Lost Ark,  assistiamo quindi al top del weirdo quando Murat si lega due pietroni alle gambe e comincia fare enormi balzi e a correre di qua e di là mentre il regista tenta disperatamente di inquadrarlo.
Finito l'allenamento Murat viene massaggiato da una tipa che per tutto il film ha solo due espressioni: Sorridi/stai seria e quindi passa il tempo a guardare negli occhi il protagonista in una specie di approccio telepatico (dal momento che forse riesce a dire due parole nel finale ma era meglio che se ne stava zitta).
Dovendo ricopiare il film di Lucas non potevano esimersi dal rifare la mitica scena del bar pieno di strane creature, peccato che oltre alle comparse coi mascheroni, ci sono uomini che indossano assurde tute di peluche rosa e ringhiano utilizzando il suono del motore di una motocicletta. Murat e Alì vengono catturati dal mago cattivo che gli mostra una scatola contenente un cervello verde, poi Alì viene posseduto mentre Murat ruba una ridicola spada di cartone costellata di lampi sagomati e fa fuori degli uomini indossanti tute dorate che li coprono fino al volto, fa a pezzi tutti gli orsacchiottoni rosa e i mascheroni mentre il mago incazzato nero fa saltare interi pianeti per finire letteralmente segato in due dal nostro eroe nel duello finale dopo che Murat si è prodotto in almeno un centinaio di balzi di cui il 60% fuori quadro perchè il regista doveva avere in quel momento la cataratta. Alla fine la pace torna sul pianeta e Murat sale sul millennium falcon pronto per altre avventure che per fortuna sono state evitate dal momento che la saga dei turkish star wars si è conclusa qui.

Se dopo questa mia recensione volete ancora vederlo...beh affaracci vostri eccolo qua!



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