venerdì 10 ottobre 2025

WOO-DOO WOMAN (1957)

Regia Edward L. Cahn 

Cast Marla English, Tom Conway, Mike Connors 

Parla di “scienziato folle nella giungla trasforma indigena in un mostro a scaglie ma per scatenarne la volontà omicida è costretto a cambiare donna”  

Ad un anno di distanza dal grande successo di The She-Creature, il produttore Alex Gordon, insieme all’inseparabile Samuel Z. Arkoff, decise di ritentare il colpaccio, e siccome squadra che vince non si cambia, ecco che Woodoo Woman rimette in sella il regista Edward L. Cahn (che firmò successivamente il B-movie ispiratore di Alien, Il Mostro dell’Astronave) e i due protagonisti del precedente lungometraggio, ovvero Marla English (che, casualmente, abbandonò la carriera di attrice proprio dopo questo film) e Tom Conway già protagonista di due classiconi come “Il Bacio della Pantera” e “Ho camminato con uno zombie”. 

Non solo, per risparmiare Gordon decide di riciclare il costume a scaglie della creatura, cambiando solo la maschera sulla testa. Insomma tutto fa credere ad un disastro annunciato, tuttavia la sceneggiatura di Russell Bender e V.I. Voss (anche autori del soggetto) riesce a rendere tutto sommato il film gradevole. La trama si dipana su due fronti, da una parte c’è Marylin Blanchard (Marla English), una donna spregiudicata che vive di espedienti in un bar ai margini della Giungla insieme al suo compare Rick (Lance Fuller) e non esita ad uccidere per i suoi scopi. Dall’altra c’è il mad doctor di turno, il dottor Gerard (Tom Conway) che fa esperimenti insieme al capo degli indigeni, mescolando scienza e magia del Woo Doo per creare una sorta di creatura invincibile e tiene segregata in casa la moglie Susan (Mary Ellen Kay). All’inizio ci prova con un’indigena, che si trasforma in questa cosa ributtante che ruggisce come un leone, veste questa specie di tutona a scaglie ed ha una specie di maschera da zombie scheletrico, una mise talmente ridicola che anche un regista scafato come Cahn cerca di tenere nascosta il più possibile tra le finte foglie di una finta foresta. 

Le due storie si incrociano quando Rick e Marylin si addentrano nella giungla insieme alla guida Ted (Mike Connors) per cercare l’oro degli indigeni e il dottor Gerard si rende conto che l’indigena mostro non ha la giusta volontà di uccidere, volontà che invece riscontra in Marylin, candidata ideale per diventare il mostro assassino a cui il folle professore ambiva.  A parte certi momenti imbarazzanti (vedi la misera fine del personaggio interpretato dalla English) il film è discretamente godibile, per di più non si accontenta del solito Happy End ma, inaspettatamente (siamo negli anni cinquanta ricordiamocelo!) ci regala un finale aperto quanto beffardo che ci rimette in pace con la qualità davvero effimera di quest’ennesimo, adorabile, B-movie. 


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