Regia Tonino Ricci
Cast David Warbeck, Janet Agren, Roberto Ricci
Parla di “professorone colpito da virus si trasforma in mostro vampiro mentre la sua faccia diventa una maschera gommosa senza fori per far passare l’aria”
Potremmo intitolarlo “Il mostro dell’enfisema” questo sgangherato fanta-horror del buon Tonino Ricci. Regista che, a partire dagli anni 80 si trova costretto a girare una serie di B-movie fantascientifici tra cui perle come “Bermude – la fossa maledetta” o “Incontro con gli Umanoidi” prima di cimentarsi con questo Bakterion, film bislacco, certo, ma non privo di fascino. Siamo in una cittadina immaginaria inglese, dove lo scienziato professor Adams (Roberto Ricci) sperimenta su di sé un virus che lo rende mostruoso, aggressivo, contagioso, cannibale e anche vampiro (tiè).

Mentre La bella assistente Janet Agren, con il suo granitico mascellone, cerca di trovare un antidoto, il poliziotto David Warbeck scatena una caccia grossa al mostro, anche perché il tempo stringe, dal momento che i cattivoni del governo, senza neanche cercare soluzioni alternative, minacciano di dirottare un aereo militare sulla cittadina, carico di gas nervino, tanto per disintegrare l’intera popolazione e non pensarci più. A soluzioni frettolose corrispondono risoluzioni altrettanto frettolose (come vedremo nel finale), nel mentre possiamo goderci qualche buon momento di efferatezza, in primis nei confronti delle solite coppiette che si appartano nei luoghi più squallidi, tra cui un cinemino dove si proietta un inseguimento automobilistico accompagnato da un motivetto assurdo che sembra più adatto alle sagre di paese. Qualche smembramento qua e là, tra cui quello di un prete che, eroicamente riesce però a salvate un gruppo di bambini e quello nei confronti del sindaco, effettuato davanti alla sua famiglia, della quale, per il resto del film non sapremo mai cosa gli è successo.

Per il resto il mostruoso dottor Adams si ricorda soprattutto per il suo rantolo polmonare persistente per tutto il film, forse causato dalla mancanza di fori per la respirazione nella bulbosa (e gommosa) maschera pulsante che, nei primi piani finali, ci si rivela finalmente in tutto il suo splendore weirdo, arricchita da un paio di denti storti coi quali non si capisce come il mostro possa sbranare le sue vittime e succhiargli il sangue, e uno sguardo che dimostra, senza ombra di dubbio, quanto attori e regista debbano credere in questo progetto. La colonna sonora passa da commenti musicali di stampo classico fino a esplosioni progressive in stile Goblin. La coproduzione è italo spagnola come dimostra il cast ricco anche di attori iberici.
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