giovedì 5 settembre 2024

BIANCANEVE & CO. (1982)

Regia Mario Bianchi 

Cast Michela Miti, Aldo Sambrell, Gianfranco D’Angelo 

Parla di “ennesima versione sexy di Biancaneve che tenta di restare vergine per il principe azzurro ma deve fare i conti con la regina cattiva che l’avvelena a colpi di cazzo!” 

A periodi alterni, la Disney mette in moto l’ennesima polemica, rompendo con i classicismi a favore della cosiddetta cultura woke. Dopo la Sirenetta caraibica è stata la volta della produzione del live action di Biancaneve che, per ragioni di politically correct, non veniva più accompagnata dai sette nani ma da sette creature magiche di diversa altezza ed etnia. Una manna per gli odiatori seriali, scatenati nella rete al punto di far dotare la principessa dei canonici sette nanetti e di far posticipare l’uscita del film nel 2025. 

Tutto questo non sarebbe accaduto se la gente avesse maggiore cultura cinematografica, soprattutto nell’ambito del cinema spazzatura dove il buon Mario Bianchi aveva già realizzato una versione alternativa e socialmente sostenibile del classico dei fratelli Grimm. In questa imbarazzante trasposizione cinematografica dell’omonimo fumetto erotico di Renzo Barbieri e Rubino Ventura, infatti, i nanetti vengono sostituiti da i sette saggi con nomignoli come Stronzolo (Enzo Garinei), Dammelo (Aldo Ralli), Pippolo e soprattutto Godolo interpretato dal grande Tiberio Murgia, tutti ovviamente assatanati e anche piuttosto idioti.  Del resto il livello del film non è certo un brillare di inventiva, i toni boccacceschi passano in secondo piano rispetto alla fiacchezza delle idee e il livello di comicità rimane compresso sotto le scarpe degli sceneggiatori Luigi Petrini e Nino Marini. Basti pensare che la voce narrante appartiene ad un imitatore (tale Paride Mensa) che rifà il verso a Diego Abatantuono in maniera talmente estrema da farci rimpiangere le performance di Giorgio Porcaro. Nel ruolo del Re c’è il povero Aldo Sambrell che in quel periodo era letteralmente rapito dal Bianchi (sodalizio che si concluse con “La bimba di Satana”). Il monarca ha problemi di impotenza e solo trombando sulla neve riesce a concludere un soddisfacente rapporto con la regina. Dal gelido coito nasce Biancaneve ma muore la regina che il re sostituisce con Grimilde (Damianne Saint-Clair) la quale, però, è una specie di trans che si farà iniettare sul pene il veleno offertogli dal mago magone (interpretato da un imbarazzante Oreste Lionello) e, sotto spoglie mascoline, deflorerà la figliastra mandandola in coma. 

Senza stare troppo a spiegare la trama, decisamente delirante, il film merita unicamente per la presenza di Gianfranco D’Angelo nei panni di uno spassosissimo specchio magico e di Gianni Magni nei panni del killer Gianni il silenziatore che deve uccidere Biancaneve e portare un ricciolo del suo pube alla regina come prova dell’avvenuta esecuzione. Da segnalare comunque la presenza di un ricco cast di caratteristi tipici delle commediacce sexy del periodo come il finto Benigni Mireno Scali nei panni di un bruttissimo principe azzurro, Martufello, Franco Bracardi oltre ovviamente ad una discinta Michela Miti nei panni di Biancaneve. 

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