giovedì 21 dicembre 2023

MY LOVELY BURNT BROTHER AND HIS SQUASHED BRAIN

(1988) 

Regia Giovanni Arduino e Andrea Lioy 

Cast John J. Bridge, Nick Tortone, Bernie Burnt 

Parla di “igienista dentale pazza manovra fratello ustionato per vendicarsi dei pazienti bulli” 

Quando si dice che il tempo migliora la qualità delle cose ci si potrebbe riferire in modo preciso a questo film amatoriale datato 1988 e realizzato in 16 mm da due pazzi (almeno all’epoca) di nome Giovanni Arduino e Andrea Lioy. Il miglioramento ovviamente non riguarda certo la qualità dell’opera stessa quanto l’aura di cult che, negli anni ha smosso l’interesse verso questo assurdo pasticciaccio gore punk underground. Realizzato in maniera rozza e improvvisata, con attori che danno il peggio di loro stessi, effetti artigianali realizzati con quello che si trovava lì in giro, una trama scritta in due paginette che ha il solo scopo di dare un senso all’accozzaglia di immagini disturbate da una pessima copia in vhs che gira da anni sul tubo e che rimane purtroppo l’unica testimonianza di un’opera comunque unica nel suo genere. Già il trovare un Lewis Waters nel cast dei titoli di testa (ovviamente pregno di nomi finti e inventati alla cazzo) fa capire subito il genere di cinema a cui i due schizzati registi e produttori vogliono riferirsi, un cinema povero, poverissimo ed estremo, shockante e ultra gore. 

Purtroppo nemmeno in questo il film centra il bersaglio, il gore e lo shock infatti latitano se non in qualche scenetta dove vengono spruzzate generose dosi di sangue finto. Dove invece il film funziona è il reparto follia e cattivo gusto, sin dalle prime inquadrature vediamo quasi un fermo immagine del produttore (o chi per esso) che ad un certo punto muove le labbra solo per dire che “il film fa schifo” e da qui in poi non c’è possibilità di fraintendimento riguardo agli intenti dell’opera. La storia,  o perlomeno il collante che tenta di dare un senso al tutto, si incentra su Jenny, un’igienista dentale impiegata nello studio di un medico perennemente attaccato alla bottiglia. Capelli a caschetto, occhialoni scuri e risata satanica tirata via con le tenaglie, Jenny  viene bullizzata da un gruppo di deficienti e decide di vendicarsi con l’aiuto di Bernie, il fratello deforme, la cui faccia è celata dietro un cappuccio bianco del Ku- Klux – Klan, al quale la ragazza regala generose dosi di Novocaina per lenire il dolore delle ustioni. Vediamo quindi susseguirsi sullo schermo una serie di originali quanto rozzi omicidi. La prima vittima viene massacrata mentre amoreggia con una bambola gonfiabile, il secondo, che è un tossico, viene ucciso con una multipla overdose che gli fa schizzare sangue fuori dal corpo fino a ricoprirlo completamente. 

Il terzo, dedito a divorare popcorn e guardare un donnone che fa il bagno nuda in televisione, cerca di fuggire ma Bernie, prima gli versa il caffè bollente sulla mano, e poi gli piazza la faccia dentro un’affettatrice di salumi, il tutto con dovizia di particolari ma con una tale imperizia registica da rendere ogni sequenza goffa e assurda. Il momento clou è quando una tizia (una venditrice porta a porta di prodotti da bagno che periodicamente importuna Jenny) muore nella vasca da bagno divorata da anguille assassine con tanto di intervento dello scienziato di turno che interrompe la scena e cerca di spiegarci la natura di questi animali. A indagare sugli omicidi una punk detective alla quale hanno ucciso il padre (che si vede in vari flashback mentre qualcuno, fuori campo, tenta grossolanamente di farlo fuori). Nel finale vedremo le fattezze reali di Bernie, al quale hanno piazzato un’assurdo mascherone realizzato, probabilmente, con la cartapesta, che lo fa sembrare un’enorme cotoletta alla milanese. Ad allungare il brodo del metraggio ogni tanto spuntano esibizioni in sala prove del gruppo post punk The Sick Rose, forse il momento migliore del film. Inedita in Italia, la pellicola ha avuto una piccola distribuzione all’estero ma oggi, come confermatomi da Arduino stesso in una recente chiacchierata su Facebook, il master video è andato perduto per cui, non ci resta che goderci quest’assurda follia in un’unica pessima edizione che, se non altro, enfatizza l’aspetto vintage dell’opera. 

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